Dovrebbe tenersi giovedì, secondo quanto riporta l’ANSA, il Consiglio dei ministri chiamato ad approvare il nuovo Documento di economia e Finanza. I contenuti del Def rappresentano la base per pianificare strategie economiche e finanziarie da realizzare nei tre anni successivi.
Il varo del Def arriverà così in ritardo rispetto alle previsioni ma qualche giorno prima rispetto alla scadenza del 10 aprile. Per le nuove misure, il lavoro fra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia punta a una possibile apertura d’orizzonte nell’ordine di 25-26 miliardi.
I numeri dei saldi di finanza pubblica per il prossimo Def atteso non sono ancora definitivi. Ma l’impianto del nuovo programma dei conti italiani è ormai strutturato nei suoi contenuti e nei suoi due obiettivi principali: garantire una discesa del rapporto debito/Pil, leggera quest’anno e più pronunciata nei prossimi, assicurare le coperture degli ultimi due decreti energia, e dare fiato a un nuovo intervento di aiuto all’economia entro la fine del mese.
Come riporta Il Sole 24 Ore, “una volta acquisito con il Def il nuovo scenario programmatico e i target aggiornati di finanza pubblica si deciderà se e in che misura ricorrere nuovamente all’arma del maggior deficit.
Le risorse andranno a finanziare sostegni e garanzie sui prestiti mirati per settori più colpiti da caro-energia e sanzioni, dall’acciaio alla ceramica, ma anche tessile, alimentare e vetro”.
Pil: verso revisione al ribasso
Tutta l’architettura del Def deve fare i conti con una crescita che quest’anno sarà “rivista significativamente, con valori più bassi” del previsto come ha confermato lo stesso ministro dell’Economia Daniele Franco, che non esclude fenomeni di stagflazione. Il Pil 2022 dovrebbe fermarsi intorno al +2,8%, cioè quasi due punti sotto l’obiettivo fissato a ottobre dalla Nadef. Una percentuale più alta rispetto al +1,9% stimato da Confindustria.
Il primo motore per i conti pubblici resta infatti legato all’eredità positiva prodotta dal rimbalzone del Pil 2021. A questo proposito, l’Istat ha ritoccato al ribasso il Pil nominale del 2021, per effetto dei prezzi del gas e dei dati aggiornati sulle importazioni da luglio a dicembre dell’anno scorso. Il Prodotto interno lordo a prezzi di mercato dello scorso anno e’ stato quindi pari a 1.775.436 milioni di euro con un rialzo del 7,2% rispetto a un anno prima. Una limatura rispetto al 7,5% della prima previsione.
Def: deficit, margini ridotti
Anche sul deficit i margini non saranno molti: i nuovi interventi saranno comunque limitati, per non far salire troppo il 5,6% programmatico contenuto nella Nadef. Tutte le riflessioni sulla congiuntura economica il premier Draghi le condividerà anche con i sindacati in un incontro giovedì, prima del varo del Def in cdm. Un “dialogo” che chiede a gran voce anche il Movimento 5 Stelle, dopo la battaglia contro l’aumento delle spese militari.