Portafoglio: ruotarlo verso i titoli difensivi in caso di stagflazione all’orizzonte
Il conflitto Russia-Ucraina ha aumentato il rischio di stagflazione, ovvero quello scenario che vede contemporaneamente un rallentamento della crescita economica e un’accelerazione dell’inflazione. In questo contesto l’azionario globale tende a soffrire perché le imprese devono affrontare simultaneamente il calo delle entrate e l’aumento dei costi, elemento che comprime i margini di profitto. Come adattare il portafoglio azionario quindi?
Una risposta arriva da Schroders, che precisa subito: “non significa che tutti i settori debbano soffrire – afferma Sean Markowicz, CFA Strategist, Strategic Research Group, Schroders – Alcuni titoli sono più tutelati di altri, date le loro proprietà difensive e/o la loro correlazione positiva all’inflazione. Per questo motivo riteniamo che un approccio flessibile agli investimenti azionari possa trarre vantaggio da questi differenziali di performance e, potenzialmente, minimizzare perdite significative”.
Ecco allora che i titoli difensivi sembrano uscirne vincitori. La stagflazione tende infatti a favorire le aziende più difensive i cui prodotti e servizi sono essenziali per la vita quotidiana delle persone, come il cibo e l’elettricità, e dall’altra parte a penalizzare i prodotti “ciclici”, come un’auto nuova o un iPhone, fino a quando i prezzi non scenderanno.
Guardando ai periodi di stagflazione passati, i settori più performanti sono stati, in particolare, quelli difensivi come le utilities (+16%), i beni di consumo (14,2%) e l’immobiliare (11,8%). Al contrario, settori ciclici come IT (-6,7%), industriali (-3,3%) e finanziari (-0,5%) sono stati fra quelli che hanno registrato le performance peggiori.
“Si distinguono gli energetici che, a differenza di altri titoli ciclici, hanno avuto la tendenza a sovraperformare in fasi di stagflazione (+8,4%) – precisa l’esperto – Tale contesto è dovuto ai ricavi dei titoli energetici che sono naturalmente legati ai prezzi dell’energia, una componente chiave degli indici di inflazione. Quindi, per definizione, dovrebbero performare bene quando l’inflazione sale”.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.