Società

IN EUROPA BOND
A RISCHIO BOLLA

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(WSI) –
Italia e Europa ritrovano una marcia di crescita dimenticata da sei anni. Un risveglio che spinge i bond, i cui rendimenti avevano già corso da gennaio più che nei sei mesi precedenti, a rischio overshooting (sovrareazione). Ma che, viceversa, lascia tranquilli gli esperti dell’equity per cui, anzi, lo sprint macroeconomico può riservare sorprese nelle prossime trimestrali.

Il risveglio europeo ha battuto tutte le migliori previsioni. A cominciare, una volta tanto, dall’Italia che, in base ai risultati Istat, nell’ultimo trimestre 2006 ha registrato un aumento del Pil del 2,9% sullo stesso periodo 2005, e dell’1,1% sui tre mesi precedenti, portando la crescita annua al 2%, livello che non si vedeva dal 2000. Il colpo d’acceleratore è arrivato anche in Francia (pure in aumento oltre le stime), ma soprattutto in Spagna (il migliore dato degli ultimi cinque anni) e Germania.

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È la maggiore economia europea, infatti, che ha segnato lo sprint più evidente: il Pil tedesco nell’ultimo quarto è aumentato dello 0,9% trimestralmente e del 3,7% sul 2005, con un incremento annuo del 2,7% anche qui mai più visto dal 2000. In più, l’indice Zew, che misura la confidenza degli investitori, è al terzo mese di incremento, segno che la Germania crede che il primo boom dopo 11 anni proseguirà nei prossimi mesi. Risultato: la Ue e l’area euro sono cresciuti dello 0,9% periodo su periodo, e del 3,4 e 3,3% rispettivamente sul 2005.

Immediata l’ulteriore spinta ai rendimenti di tutti i principali titoli decennali del continente (vedi articolo a pag. 3). Il risveglio Ue rende ormai certa la stretta monetaria della Bce: i tassi di riferimento, secondo Rbs, saliranno dall’attuale 3,5 al 4% entro l’anno. Il future sul decennale tedesco, il Bund, considerato un efficace rilevatore dei trend, «sta disegnando una figura tecnica (testa e spalle) che indica che la discesa è solo all’inizio», scrive Barclays Capital.

«Il bund potrebbe già aver avviato una fase di overshooting al ribasso», conferma Antonio Cesarano, responsabile research and strategist di Mps Finance. «I bond stavano già scontando l’ottimismo economico – spiega – tanto che a gennaio si erano toccati questi rendimenti, aiutati da forti emissioni in Europa, cui sono seguite quelle negli Usa in febbraio». «Il boom è stata una sorpresa – interviene Mario Spreafico, direttore investimenti di Citigroup Italia – superiore alle nostre attese che restano invariate sul 2007 per l’Italia».

Citigroup sull’Europa è assai positiva, con una prospettiva di upside azionario nel 2007 dell’11-15% (maggiore di tutte le macroaree mondiali). Sull’Italia, l’accelerazione può solo «essere una buona notizia: l’inflazione di gennaio, comunicata il 5 febbraio, è ferma all’1,7% e questo può riflettersi in un ulteriore miglioramento dei già eccezionali utili aziendali 2006».

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