Non si placa l’emergenza COVID in Cina, alle prese con un record assoluto di contagi e un nuovo lockdown di massa a Shanghai, che riguarda 25 milioni di persone. L’attuale ondata su scala nazionale ha portato già a superare il numero di infezioni riscontrate nei primi giorni della pandemia, più di due anni fa, prima che i test fossero facilmente disponibili, abbracciando una fascia molto più ampia della nazione a causa della variante Omicron e di una sua sottovariante che sarebbe stata individuata.
A Shanghai la situazione più critica
Nel consueto bollettino quotidiano, ieri, la Commissione Sanitaria Nazionale cinese ha segnalato 25 mila nuove infezioni, di cui 25.037 a trasmissione locale e 74 importati. Tra questi, 23.937 sono stati segnalati a Shanghai, dove la situazione resta critica, a dispetto della paralisi imposta da una decina di giorni a qualsiasi tipo di spostamento. Il lockdown, iniziato lo scorso 28 marzo, doveva finire il 5 aprile, ma il governo centrale ha deciso di prolungarlo.
Effetti sull’economia
Il blocco di tutte le attività e la nuova costrizione a casa, però, sta stancando la popolazione che tollera sempre meno politiche così draconiane sul coronavirus. Ma il Governo continua nella politica di contenimento con quarantene forzate, blocchi in tutte le città colpite e tamponi molecolari di massa.
Senza contare gli effetti sull’economia. La Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina ha stimato che il volume dell’attività portuale a Shanghai sia calato del 40% la scorsa settimana rispetto a quella precedente.
Particolarmente colpiti dal lockdown sono, poi, i piccoli esercizi commerciali, i supermercati e i ristoranti, costretti a una prolungata chiusura, ma le rigide misure di contenimento dell’epidemia si ripercuotono anche sugli impianti manifatturieri della metropoli, tra cui quello di Tesla.
La rigidità delle restrizioni ha portato la Banca Mondiale nel corso di questa settimana a rivedere al ribasso le proiezioni di crescita della Cina per il 2022, fissate ora al 5%, molto al di sotto dell’8,1% realizzato l’anno scorso, e anche al di sotto del target fissato dal governo di una crescita del 5,5% per l’anno in corso.
Lockdown: i dubbi sull’efficacia dei vaccini cinesi
A favorire la nuova ondata di chiusure in Cina contribuisce il deludente andamento della campagna vaccinale in Cina.
Per cercare di fermare i contagi le autorità sanitarie della Cina hanno chiesto a tutti gli over 60 di sottoporsi alla terza dose di vaccino: in questa fascia di popolazione l’80% ha ricevuto una doppia dose di uno dei due vaccini cinesi a virus inattivato Sinovac e Sinopharm. Il problema è che, come è emerso dai dati, i vaccini cinesi non risultano particolarmente efficaci nella prevenzione dei casi sintomatici: Sinovac offre una copertura del 51% contro il 92% di Pfizer, e risulta ancor meno utile contro la variante Omicron.