Niente bond nel 2022 per la Russia. Il ministro delle finanze Anton Siluanov in un’intervista al giornale russo Izvestia ha precisato che la Russia non emetterà bond nel 2022 e questo a causa delle condizioni avverse sui mercati.
Non abbiamo bisogno di prendere in prestito sui mercati ora. Abbiamo cambiato la politica di bilancio e tutte le entrate che vanno al bilancio, compresi petrolio e gas, sono una fonte per le nostre spese e una risorsa per ripagare gli obblighi, sia interni che esterni. Non prevediamo di andare sul mercato interno o estero quest’anno. Non ha senso, perché il costo di un simile prestito sarebbe cosmico“.
Il ministro inoltre dice che il Cremlino è pronto ad azioni legali se l’Occidente dichiarasse un default del paese sugli eurobond.
La Federazione Russa ha cercato in buona fede di ripagare i creditori esterni trasferendo gli importi corrispondenti in valuta estera. Tuttavia, la politica consapevole dei paesi occidentali è quella di creare artificialmente un default”.
“Ovviamente faremo causa, perché abbiamo adottato tutte le misure necessarie per garantire che gli investitori ricevano i loro pagamenti. Presenteremo in tribunale i nostri ordini di pagamento, confermando i nostri sforzi per pagare sia in valuta estera che in rubli. Non sarà un processo facile. Dovremo dimostrare attivamente il nostro caso, nonostante tutte le difficoltà”.
L’ultima volta che la Russia è stata in default era il 1998 ma, assicura Siluanov, la situazione odierna è molto diversa.
“Nel 1998, il default rifletteva veramente l’essenza di questa parola. Non potevamo pagare i nostri debiti esteri, non avevamo valuta. Ora la valuta, nonostante il fatto che le riserve di oro e valuta estera siano congelate, arriva da noi. I pagamenti per i vettori energetici non sono praticamente cambiati. Il volume delle forniture di energia è leggermente diminuito, ma i prezzi sono aumentati (…) Abbiamo una bilancia dei pagamenti molto solida, a patto di aver limitato il conto capitale delle operazioni, e il ritiro degli investimenti dal Paese è praticamente congelato. A questo proposito, vediamo che il tasso di cambio del rublo ha iniziato a rafforzarsi. Oggi il tasso è tornato alle posizioni precedenti, e questo si discosta notevolmente da quello del 1998, quando il tasso è salito vertiginosamente e si è mantenuto sugli stessi livelli elevati”.
Infine Per quanto riguarda i cittadini, il ministro delle finanze ha ammesso che “ci sono ancora alcune restrizioni sul prelievo di valuta estera dai loro conti in valuta estera nelle banche” e che “saranno gradualmente indebolite”. “Questa è stata una risposta di emergenza alle sanzioni imposte alle banche russe e alla Russia nel suo insieme – ha aggiunto – Con la normalizzazione della situazione, le restrizioni imposte dal governo e dalla Banca centrale verranno revocate“.
Russia, S&P ha tagliato il rating sui bond
Le parole del ministro delle finanze russe arrivano dopo la notizia che Standard & Poor’s ha tagliato il rating del debito russo in valuta estera da CC/C a SD/SD (default selettivo). Il downgrade riflette la decisione del governo russo dello scorso 4 aprile di effettuare in rubli i pagamenti di cedole e capitale sugli Eurobond denominati in dollari.
Nei giorni scorsi Mosca è stata obbligata a pagare in rubli la cedola da 594,8 milioni di euro su un eurobond dopo la decisione del Tesoro Usa di non consentire l’accesso ai dollari parcheggiati dal governo russo nelle banche Usa.
E’ stata l’Agenzia Bloomberg a riportare una nota del Ministero delle Finanze di Mosca in cui viene sottolineato che le banche estere hanno rifiutato il pagamento in dollari e che pertanto l’obbligazione finanziaria è stata “completamente rispettata”.
Attualmente S&P non si attende che gli investitori siano in grado di convertire in dollari equivalenti agli importi originariamente dovuti il pagamento effettuato in rubli, o che il governo converta quei pagamenti entro un periodo di grazia di 30 giorni, in parte perché ritiene probabile che le sanzioni contro la Russia siano rafforzate nelle prossime settimane, ostacolando la volontà e la capacità tecnica della Russia di onorare i termini e le condizioni degli obblighi verso i debitori stranieri.
Intanto le ferrovie di Stato russe, Russian Railways, sono state dichiarate in default, dopo avere mancato il pagamento degli interessi su un green bond in franchi svizzeri, il mese scorso. A riportarlo l’agenzia Bloomberg, spiegando che il pagamento della cedola sarebbe dovuto avvenire entro il 14 marzo, con un periodo di tolleranza di 10 giorni, secondo il Credit Derivatives Determinations Committee britannico.