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Bce non sorprende: tassi rimangono fermi

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Nessuna sorpresa dalla Bce. La banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha deciso nella riunione odierna di lasciare i tassi d’interesse fermi a -0,50% quello sui depositi e allo 0,25% sui prestiti marginali.

L’aggressione della Russia in Ucraina sta causando enormi sofferenze, sta anche influenzando l’economia, in Europa e oltre. Il conflitto e l’incertezza associata stanno pesando molto sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. Le interruzioni del commercio stanno portando a nuove carenze di materiali e input. L’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime sta riducendo la domanda e frenando la produzione. Il modo in cui l’economia si svilupperà dipenderà in modo cruciale dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle attuali sanzioni e da possibili ulteriori misure. Allo stesso tempo, l’attività economica è ancora sostenuta dalla riapertura dell’economia dopo la fase di crisi della pandemia. L’inflazione è aumentata significativamente e rimarrà alta nei prossimi mesi, soprattutto a causa del forte aumento dei costi dell’energia. Le pressioni inflazionistiche si sono intensificate in molti settori.

Così il Consiglio direttivo della Bce, riunitosi oggi. Nelle attuali condizioni di elevata incertezza, il Consiglio direttivo manterrà opzionalità, gradualità e flessibilità nella conduzione della politica monetaria, adottando come si legge nella nota, qualsiasi azione necessaria per adempiere al mandato di perseguire la stabilità dei prezzi e di contribuire alla salvaguardia della stabilità finanziaria. Ecco le decisioni prese oggi nel dettaglio.

Programma di acquisto di attività (APP)

Per quanto riguarda gli acquisti netti mensili nell’ambito dell’APP ammonteranno a 40 miliardi di euro in aprile, 30 miliardi di euro in maggio e 20 miliardi di euro in giugno.  Il Consiglio direttivo ha reso noto che intende “continuare a reinvestire per intero i pagamenti di capitale dai titoli in scadenza acquistati nell’ambito del programma APP per un lungo periodo di tempo dopo la data in cui inizierà ad aumentare i tassi di interesse di riferimento della BCE e, in ogni caso, per tutto il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

Tassi d’interesse di riferimento della BCE

Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, 0,25% e -0,50%.

Qualsiasi aggiustamento dei tassi di interesse di riferimento della BCE avverrà dopo la fine degli acquisti netti del Consiglio direttivo nell’ambito dell’APP e sarà graduale. Il percorso dei tassi di interesse di riferimento della BCE continuerà a essere determinato dalla forward guidance del Consiglio direttivo e dal suo impegno strategico a stabilizzare l’inflazione al 2% nel medio termine. Di conseguenza, il Consiglio direttivo si aspetta che i tassi di interesse di riferimento della BCE rimangano ai livelli attuali finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di previsione e in modo duraturo, e ritiene che i progressi realizzati nell’inflazione sottostante siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con la stabilizzazione dell’inflazione al 2% nel medio periodo.

Programma di acquisto d’emergenza per le pandemie (PEPP)

Il Consiglio direttivo intende reinvestire i pagamenti di capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del PEPP almeno fino alla fine del 2024.

Nel caso di una nuova frammentazione del mercato legata alla pandemia, i reinvestimenti del PEPP possono essere regolati in modo flessibile nel tempo, nelle asset class, nelle giurisdizioni in qualsiasi momento.

Operazioni di rifinanziamento

Il Consiglio direttivo inoltre continuerà a monitorare le condizioni di finanziamento delle banche e ad assicurare che la scadenza delle operazioni nell’ambito della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO III) non ostacoli la regolare trasmissione della sua politica monetaria. Il Consiglio direttivo valuterà inoltre regolarmente come le operazioni di prestito mirate stiano contribuendo al suo orientamento di politica monetaria.

La Bce conclude sostenendo che la Banca centrale è pronta “ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del suo mandato, incorporando la flessibilità se necessario, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine”.

La pandemia ha dimostrato che, in condizioni di stress, la flessibilità nel disegno e nella conduzione degli acquisti di attività ha contribuito a contrastare la trasmissione compromessa della politica monetaria e ha reso più efficaci gli sforzi del Consiglio direttivo per raggiungere il suo obiettivo. Nell’ambito del mandato del Consiglio direttivo, in condizioni di stress, la flessibilità rimarrà un elemento della politica monetaria ogniqualvolta le minacce alla trasmissione della politica monetaria metteranno a rischio il raggiungimento della stabilità dei prezzi.