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WALL STREET: SI ESTENDE IL RALLY DEI LISTINI

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I listini americani hanno continuato a spingersi al rialzo, allungando il rally degli ultimi giorni. A fare da contraltare ai contrastati dati macro sono stati la forza di alcune blue chip e il tam-tam sulle prospettive di M&A. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.18% a 12765, l’S&P500 lo 0.10% a 1456, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.35% a 2497.

Gli operatori hanno prestato anche attenzione al secondo giorno di audizione del presidente della Federal Reserve, Ben Bernake, al Congresso, dopo essere stati gia’ rassicurati nel giorno precedente su economia e quadro inflazionistico, allontanando maggiormente la minaccia di un ritorno alla politica monetaria restrittiva.

A guidare al rialzo l’indice industriale e’ stato in primo luogo il balzo di Caterpillar ([[CAT]]), avanzato poco meno del 3%. Il colosso dei macchinari per le costruzioni ha annunciato un nuovo piano di buy-back (riacquisto di azioni proprie) per un valore di $7.5 miliardi.
Altri rialzi degni di nota all’interno del Dow Jones sono stati realizzati anche da Boeing ([[BA]]), Intel ([[INTC]]) e Wal-Mart ([[WMT]]).

A sostenere i listini sono state anche le notizie di possibili fusioni societarie. La societa’ produttrice di birra, Anheuser-Bush ([[BUD]]) ha ricevuto una bella spinta da un rapporto pubblicato dalla rivista brasiliana Valor Economica secondo cui avrebbe avviato trattative preliminari con la belga InBev (produttrice della famosa Stella Artois). All’inizio della settimana erano state le voci di una possibile acquisizione di Alcoa ([[AA]]) a supportare i listini. Il fatto che le aziende siano inclini a nuovi investimenti, nonostanti i chiari livelli di ipercomprato del mercato, sta avendo un effetto positivo sul pubblico investitore.

Tra le societa’ che hanno riportato i risultati trimestrali si e’ distinta in positivo la societa’ di bevande Molson Coors ([[TAP]]). Hanno invece deluso, la societa’ di servizi petroliferi Baker Hughes ([[BHI]]) nonostante la forte crescita dei profitti grazie al balzo delle vendite, e il gruppo biotech Biogen ([[BIIB]]),

Per cio’ che riguarda i numerosi appuntamenti economici, sono risultati in chiaroscuro i dati diffusi in giornata. Notizie contrastate sono giunte dal settore manifattutiero, con il NY Empire State Index balzato a 24 punti, risollevandosi dai minimi di 19 mesi segnati a gennaio, ma con il Philadelphia Fed crollato a 0.6 punti, nettamente al di sotto delle stime degli analisti.

Segnali di debolezza sono emersi anche dal comparto di lavoro: nella scorsa settimana le nuove richieste di sussidio da parte dei disoccupati sono cresciute di 44 mila unita’ a quota 357 mila attestandosi ai massimi livelli di tre mesi; inoltre, la produzione industriale di gennaio ha segnato un ribasso dello 0.5% in controtendenza con il consensus del mercato.

Un fattore positivo lo si legge nel calo dei prezzi alle importazioni, scesi dell’1.2% nell’ultimo mese, oltre le stime degli economisti. Il fatto ha ovviamente l’effetto di ammorbidire le pressioni inflazionistiche.

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Sugli altri mercati, nel comparto dell’energia, il petrolio ha chiuso con un ribasso di appena un centesimo a quota $57.99, dopo essere scivolato ad un minimo intraday di $56.65. Sul valutario l’euro ha esteso leggermente i guadagni sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3140. Sessione in leggero ribasso per l’oro. I futures con scadenza aprile sono avanzati di $3.50 a $682.00. In buon progresso, infine, i titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.706% dal 4.73% di mercoledi’.