Tim: dopo quello con Ardian, si va verso accordo con Dazn. Vivendi guarda a TimVision.
L’accordo firmato nei mesi scorsi prevede che Tim garantisca alla piattaforma Dazn un minimo garantito di 340 milioni annui per avere l’esclusiva dell’app OTT sulla piattaforma TimVision. L’accordo in questione permette così a Dazn di alleggerire i costi legati ai diritti tv della Seria A, campionato per cui Dazn paga alla Lega 840 milioni a stagione. A riguardo le negoziazioni sarebbero, come riporta il Sole 24 Ore, in dirittura d’arrivo e la richiesta di diminuire il minimo garantito verrà accompagnata dal venir meno dell’esclusiva su TimVision per l’app Dazn. Su questo tema negli ultimi giorni, Vivendi, principale azionista di Tim, si sarebbe proposta per andare incontro sia alle necessità di Tim che di Dazn. Il gruppo francese avrebbe infatti proposto a Tim di poter versare la cifra relativa allo “sconto” annuo a Dazn, chiedendo però in cambio l’intera piattaforma TimVision.
Intanto, giovedì scorso Tim e Ardian hanno comunicato di aver raggiunto un accordo per la cessione da parte di Tim, a un consorzio guidato da Ardian, di una ulteriore quota del 41% della holding Daphne 3, che attualmente detiene a sua volta il 30,2% di Inwit. Al perfezionamento dell’operazione, il consorzio guidato da Ardian deterrà una partecipazione del 90% del capitale di Daphne 3. Il prezzo concordato è di 1,3 miliardi, pari a una valorizzazione di Inwit di 10,75 euro (cum dividend). Con il closing dell’operazione Tim incasserà 1,3 miliardi di euro lordi e libererà 200 milioni di euro di finanziamento concesso al consorzio in occasione della precedente cessione del 2020. Inoltre, come si legge nella nota, con la conclusione dell’operazione, Ardian deterrà il pieno ed esclusivo controllo di Daphne 3, mentre a Tim verranno riconosciuti diritti di governance di minoranza sia su Daphne 3 che su Inwit, in funzione di protezione dell’investimento effettuato. Tuttavia, il completamento dell’operazione è subordinato all’ottenimento delle diverse autorizzazioni (antitrust, golden power), oltre che allo scioglimento del patto parasociale con Vodafone Europe. A riguardo gli analisti di Equita non vedono rischi sul fronte autorizzativo e hanno già incluso l’operazione tra i proceeds del 2022. Per Inwit, gli analisti di Equita ritengono che l’investimento di Ardian a prezzi ben superiori a quelli di mercato sia un elemento di supporto per le opportunità di creazione di valore dell’asset. Equita ritiene che l’appeal speculativo su Inwit possa rimanere elevato perché potrebbe sembrare poco sensato per Vodafone mantenere due società di torri controllate e quotate. A riguardo Equita mantiene un giudizio Buy su Inwit con un target price a 12,1 euro, mentre su Tim il giudizio rimane Hold con un prezzo obiettivo a 0,40 euro.
Intanto in una Piazza Affari tinta di rosso, Tim si muove in ribasso del 1,59% a quota 0,3039 euro; mentre Inwit si trova a 10,42 in leggero ribasso dello 0,5%.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.