Italia indipendente o quasi dal gas russo in diciotto mesi, entro la fine del 2023. Questa la data che fornisce il ministro della Transizione Ecologia Roberto Cingolani nel corso di un ‘intervista a La Stampa.
Secondo me a breve dovremmo interrompere, per una questione anche etica, la fornitura di gas dalla Russia e nell’arco di 18 mesi, entro il secondo semestre dell’anno prossimo potremo cominciare veramente ad avere una quasi totale indipendenza dalle forniture russe-
Queste le parole del ministro Cingolani che ha continuano:
“La nostra strategia è di sostituire questi 29 miliardi di metri cubi di gas che arrivano ogni anno in Italia dalla Russia attraverso il gasdotto del Tarvisio con altrettanto gas che però deve essere prodotto da Paesi che si trovano in continenti diversi e che sono anche loro connessi ai gasdotti”, “Rispetto a tutti gli altri paesi europei noi abbiamo il vantaggio di avere cinque gasdotti che ci collegano a nord, a sud e a est. Ovviamente, stiamo potenziando le rotte da sud e da est, come avete sentito c’è stato un accordo con l’Algeria” e “la strategia è basata da un lato sul fatto che noi manderemo al massimo il trasporto di gas nei gasdotti con i nuovi contratti, poi aumenteremo la capacità di rigassificazione“, ha aggiunto.
L’Italia, continua il ministro, ha tre rigassificatori e “ne aggiungeremo un paio che saranno galleggianti perché non devono rimanere per sempre, solo per il periodo che ci serve”. L’interruzione del gas russo è un fatto etico, ha ribadito, perché “con l’energia diamo quasi un miliardo di euro al giorno alla Russia, e capite bene che stiamo indirettamente finanziando la guerra“.
Italia: senza la Russia dove prenderemo il gas?
L’Africa sarà il rubinetto italiano del gas. Questo infatti l’intento del governo che ha dato via ad un Tour del gas partito dall’Angola e diretto in Congo e che vede partecipanti i ministri Di Maio e Cingolani, accompagnati dall’Ad di Eni, Claudio Descalzi.
“Abbiamo raggiunto un altro importante accordo con l’Angola per l’aumento delle forniture di gas. Si conferma l’impegno dell’Italia a differenziare le fonti di approvvigionamento: un’azione costante a difesa delle famiglie e delle imprese italiane” così ha commentato Di Maio.
L’accordo con l’Angola prevede nuove attività nel settore del gas naturale, anche per aumentare l’export verso l’Italia, e progetti congiunti a favore della de-carbonizzazione e transizione energetica dell’Angola.
Si tratta di un importante accordo che dà impulso alla partnership fra Italia e Angola nei settori delle rinnovabili, dei biocarburanti, del Gnl e della formazione in ambito tecnologico ed ambientale. Non solo un passo avanti nella diversificazione delle sorgenti di gas, ma anche un’importante contributo al sostegno della transizione ecologica globale.
Così Cingolani. Poco tempo prima il governo aveva chiuso un accordo anche con l’Algeria ed il Mozambico, il tutto per arrivare entro il 2023 a rimpiazzare il 50% dell’energia fornita da Mosca.
Da settimane ormai il governo italiano è impegnato nel tentativo di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo. Per ottenere questo obiettivo è necessario, nel breve periodo riempire gli stoccaggi per far fronte ai mesi freddi, attuando una strategia nel medio-lungo periodo. A partire dai prossimi 2 o 3 anni, il governo punta infatti a diversificare al massimo le fonti di gas.
Triplicato il deficit energetico nella bilancia commerciale italiana
Ieri, l’Istat ha reso noti i dati sul commercio con l’estero, rivelando che il deficit energetico del nostro paese (-7.263 milioni) è molto più ampio rispetto a un anno prima (-2.213 milioni). Nel dettaglio, sostiene l’Istituto nazionale di statistica, gli acquisti di gas naturale contribuiscono per 10 punti percentuali al forte incremento tendenziale delle importazioni italiane. Il deficit energetico si amplia sensibilmente e il saldo nell’interscambio di prodotti non energetici, seppur ampiamente positivo, si riduce rispetto a febbraio dello scorso anno.