Società

CI MANCA
LA LIBERTA’? YES

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) –
L’Italia soffre di scarsa libertà economica. E’ questa la diagnosi che emerge dall’edizione 2007 dell’Index of Economic Freedom, compilato da Heritage Foundation e Wall Street Journal, e presentato ieri a Bologna dall’Istituto Bruno Leoni.

Il nostro paese si trova al 60° posto, a pari merito con l’Uganda: in Europa, l’Italia è 23a su 27. La classifica, guidata a livello globale da Hong Kong e nell’Ue dal Regno Unito, è costruita guardando a dieci indicatori che si basano sui dati forniti dalle principali organizzazioni internazionali. Un modello elaborato da un comitato scientifico di 16 membri restituisce una percentuale di libertà economica.

APPENA 299 TITOLI QUOTATI SU BORSA ITALIANA, BEN 5.964 TITOLI QUOTATI SU NASDAQ E NYSE. CHE ASPETTI? E QUI SU WALL STREET ITALIA TROVI LE QUOTAZIONI IN TEMPO REALE E IL BOOK A 15 LIVELLI DI TUTTE LE AZIONI AMERICANE! CLICCA SU TOTALVIEW IN INSIDER

Il nostro paese, per esempio, viene valutato libero al 63,4 per cento. Il valore di uno strumento come l’Index sta soprattutto nelle tendenze che identifica e nelle indicazioni che può dare: ci dice che il grado di libertà economica è associato alle prospettive di crescita di un paese. Se questo è vero, allora ciò che colpisce è l’immobilismo italiano: ci troviamo più o meno agli stessi livelli a cui eravamo nel 1995, quando l’Indice fu pubblicato la prima volta. Questo aiuta a capire la condizione stagnante della nostra economia: in assenza di riforme strutturali, il paese continuerà a seguire la corrente internazionale, crescendo (lentamente) solo quando gli altri crescono.

Gli studiosi della Heritage ci riconoscono progressi in un campo strategico come quello della libertà del lavoro, ma l’Italia non eccelle in nessuno dei dieci indicatori considerati. La scarsa performance non dipende, cioè, dalla coesistenza tra punti di forza e di debolezza, ma da una sciatteria generalizzata. Vi sono però due fattori rispetto ai quali la situazione è particolarmente critica: la libertà fiscale (68,5 per cento) e quella dall’interventismo pubblico (46,4 per cento).

Si tratta di un segnale inquietante, che spiega come mai le migliori intelligenze del paese faticano ad affermarsi in patria e le compagnie straniere non si fidano della nostra economia, nonostante le sue potenzialità. Il pervasivo controllo statale e l’eccessiva spesa pubblica ingabbiano lo slancio innovativo delle imprese; la rapacità del fisco mina gli incentivi a rimboccarsi le maniche e costruire ricchezza. Crescere si può, ma serve il coraggio di cambiare.

Copyright © Il Foglio per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved