(9Colonne) – Milano, 19 feb – Gli editori italiani sbarcano in Cina: la missione, organizzata dall’Ice in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (AIE), coinvolgerà dal 24 febbraio al 4 marzo una trentina di editori in rappresentanza di 15 case editrici pronte a conoscere nei dettagli la realtà cinese, dopo l’indagine sul mercato commissionata da Ice Pechino alla società Bejiing Topview Consulting & Trading Ltd. Grandi e piccoli editori insieme – dal settore narrativa a quello scolastico, da quello scientifico a quello dell’arte e in particolare a quello per ragazzi – visiteranno a Pechino le principali librerie e incontreranno i loro omologhi cinesi e i rappresentanti di tutta la filiera per avviare relazioni più strette dopo l’interesse cinese dimostrato alle recenti Fiere internazionali del settore. Dopo l’adesione della Cina al WTO nel 2001 e la sua conseguente apertura a livello mondiale, il mercato di lingua cinese è diventato il secondo per numero di cessione di diritti, dopo quello di lingua inglese, per Paesi come Francia e Germania. Un mercato enorme, a cui vendere diritti e in cui i libri di testo (scolastici e universitari) costituiscono quasi il 50% della produzione editoriale e in cui il segmento dei libri per l’infanzia (sono 200milioni i piccoli lettori cinesi) copre il 20% del totale del business del copyright dei libri, costituendo la parte più vivace e interessata allo scambio di diritti. L’Italia vuole colmare il gap che ad oggi non le permette di comparire tra i principali fornitori della Cina nella classifica dell’import-export di copyright. Una graduatoria in cui Stati Uniti e Regno Unito si dividono il 60% del mercato, seguiti da Taiwan, Giappone, Corea e Germania. L’interesse cinese per i testi italiani si rivolge verso il settore dell’editoria per ragazzi, della psicologia applicata, del management e dell’insegnamento delle lingue straniere, dei libri di viaggio e svago, del lifestyle (bellezza, cosmetica, moda, cucina) e di quelli d’arte, architettura e design.