Economia

Il New Normal dei pagamenti innovativi

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327 miliardi di euro. A tanto ammontano i pagamenti digitali in Italia. Lo ha calcolato l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, che ha presentato il suo studio sul settore lo scorso 14 aprile in occasione del convegno “Innovative payments: the New Normal”. Analizziamo nel dettaglio quali sono state le leve della crescita e le prospettive future dei pagamenti innovativi.

Cosa ha trainato la crescita dei pagamenti digitali?

I pagamenti digitali hanno mostrato anche ai più scettici la loro importanza grazie al coronavirus. In proposito, Alessandro Perego, responsabile scientifico degli Osservatori Digital innovation del Politecnico di Milano, ha spiegato: “I pagamenti digitali hanno fornito ai cittadini italiani e non solo i mezzi per effettuare sempre più acquisti online nelle fasi di lockdown e sempre più pagamenti contactless al momento delle riaperture dei negozi”. A favorirne l’adozione è stato anche il cashback, di cui hanno approfittato quasi 9 milioni di italiani, circa il 18% della popolazione maggiorenne. Anche quando è stato cancellato, la crescita dei pagamenti digitali è proseguita nel secondo semestre 2021, raggiungendo quota 327 miliardi di euro e con un incremento complessivo rispetto al 2020 del 22%. Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments, ha commentato: “Nel 2021la penetrazione dei pagamenti elettronici sui consumi delle famiglie è arrivata a quota 38%, con una crescita del 5%. Appare quindi evidente come l’effetto combinato della pandemia (ovvero l’attenzione verso i metodi contactless e la necessità di sfruttare i pagamenti online) e degli incentivi ai consumatori abbia innescato un cambiamento di abitudini da parte degli italiani”.

Altri due fattori importanti per la crescita dei pagamenti digitali sono stati la rivoluzione degli smartphone e il fintech, i cui investimenti sono cresciuti di pari passo con l’aumento della connettività globale, segnala uno studio di Jp Morgan Chase. La ricerca rileva un aumento del 72% dell’uso del fintech nel 2020 in Europa.

La crescita dei diversi tipi di pagamenti innovativi

Secondo lo studio del Politecnico di Milano, i pagamenti contactless sono stati quelli più gettonati per effettuare acquisti nei negozi fisici, attestandosi a 126,5 miliardi di euro nel 2021. Merito della diffusione di carte e Pos abilitati, dell’innalzamento dei limiti per i pagamenti senza Pin da 25 a 50 euro e dai timori da “contatto” con il denaro fisico, legati alla diffusione della pandemia. Sono cresciuti parecchio i mobile e wearable payment (i pagamenti effettuati tramite smartphone o dispositivi indossabili), superando la soglia dei 7 miliardi di euro e raddoppiando così rispetto al 2020. Merito delle loro semplicità, utilità e velocità.

Un altro trend che sta prendendo piede è quello del BNPL (Buy Now, Pay Later), ossia un metodo di pagamento rateale, solitamente senza interessi, che permette, come spiega il suo nome, di acquistare oggi e pagare in futuro. In proposito Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments, ha affermato: “Merita sicuramente una menzione, essendo cresciuto con un ritmo senza precedenti non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Anche in questo caso l’emergenza sanitaria, avendo accelerato gli acquisti online e la ricerca di soluzioni di pagamento più flessibili, ha avuto un ruolo fondamentale nella sua diffusione”.

Quale futuro per i pagamenti digitali?

Second lo studio di Jp Morgan, poiché i pagamenti e i servizi a valore aggiunto stanno diventando più intelligenti, ubiqui e senza soluzione di continuità, e convergendo nei cinque pool di valore: piattaforme, online, portafogli, embedded e tempo reale. Per la banca americana, i pagamenti stanno per sperimentare una scala e una crescita senza precedenti.

Secondo Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments, “nel prossimo futuro le direttrici di innovazione già presenti sul mercato, come la Strong customer authentication (Sca), il paradigma dell’Open Api e la Request to pay (Rtp), avranno un ruolo sempre più importante. Senza dimenticare le innovazioni che probabilmente vivremo più profondamente tra qualche anno e che si potranno basare su tecnologie potenzialmente rivoluzionarie quali la blockchain e i distributed ledger, come l’euro digitale e le altre Central bank digital currency (CBDCs)”. Secondo un recente studio di Deloitte, queste ultime probabilmente giocheranno “un ruolo pivotale nel plasmare il futuro dei trasferimenti di valore”. Di CBDCs ha parlato anche Massimo Tonassi, Partner Business Operation di Deloitte, al convegno del 14 aprile scorso del Politecnico di Milano. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Le CBDCs

Una CBDC è uno strumento di pagamento digitale emesso da una banca centrale come mezzo di scambio, riserva di valore e unità di conto. È una valuta fiat (non ancora al prezzo di una materia prima, come oro o argento) ed emessa in forma digitale, ma ha lo stesso valore di una valuta fiat/fisica. Secondo Deloitte, con la crescente globalizzazione e digitalizzazione dei servizi finanziari servizi, le CBDCs “hanno il potenziale per creare un futuro di piattaforma di trasferimento del valore, che contribuisce ad un sistema di pagamento più resiliente, innovativo e competitivo per le famiglie, imprese ed economie”. Potranno rivestire maggiore importanza nel futuro, quando l’uso del contante diminuirà e saranno maggiormente utilizzate le nuove forme alternative di trasferimento del valore. Secondo lo studio di Deloitte, le central bank digital currency potrebbero riportare le banche centrali al centro della fiducia e della creazione di moneta, rendere il sistema finanziario più efficiente, migliorare l’inclusione finanziaria, le politiche fiscali e monetarie. Molti regolatori stanno prendendo iniziative per studiare, testare o produrre le CBDC.

Paolo Gianturco, Business Operations & FinTech leader di Deloitte, ha concluso: “Le CBDC costituiscono un’innovazione che avanza rapidamente e inevitabilmente e potranno avere un impatto sulla maggior parte delle grandi economie nei prossimi 12-24 mesi. Le banche e gli altri operatori del settore finanziario devono prepararsi e pianificare l’impatto che le CBDCs avranno sui loro bacini di profitto, sulle proposte dei clienti, sui modelli tecnologici e sui bilanci”.