Evasione fiscale: dal Pos alla fattura elettronica: come Draghi vuole recuperare il denaro evaso
Dall’obbligo di fatturazione elettronica alle sanzioni per chi non accetta i pagamenti con il Pos: sono queste alcune misure in chiave anti evasione fiscale, contenute nel decreto legge n. 36 del 2022, ribattezzato decreto PNRR 2. Andiamo per ordine.
Evasione fiscale: sanzioni Pos
Il decreto prevede che scatterà dal 30 giugno 2022, non più dal 1° gennaio 2023 come aveva invece stabilito il primo “decreto Pnrr”, il trattamento sanzionatorio nei confronti di commercianti e professionisti che, nell’esercizio dell’attività di vendita di prodotti ovvero di prestazione di servizi (anche professionali), violano la disposizione che impone loro di accettare anche pagamenti effettuati tramite carte di debito o di credito, tranne che nelle situazioni di oggettiva impossibilità tecnica.
Per chi viola la norma, a prescindere dall’importo dell’operazione, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria, composta di una parte fissa di 30 euro e di una parte variabile pari al 4% del valore della transazione per la quale è stato rifiutato il pagamento tramite Pos.
Invio dati Pos
Gli intermediari finanziari che emettono carte di credito, di debito o prepagate devono trasmettere in via telematica all’Agenzia delle entrate i dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico messi a disposizione degli esercenti nonché l’importo complessivo di tutte le transazioni giornaliere effettuate con quegli stessi mezzi presso negozi, esercizi commerciali e studi professionali, senza alcuna distinzione tra operazioni con consumatori finali o con altri operatori economici. La misura, anch’essa di contrasto al sommerso, intende combattere, attraverso il raffronto tra scontrini emessi e incassi elettronici segnalati, la pratica evasiva del “pre-conto” non seguito dall’emissione del documento fiscale.
Fatturazione elettronica
Altra misura in chiave antievasione arriva dalla fatturazione elettronica. Dal 1° luglio 2022 l’obbligo di fatturazione elettronica, cioè di emettere esclusivamente fatture elettroniche utilizzando il Sistema di interscambio (Sdi) gestito dall’Agenzia delle entrate, è esteso in maniera generalizzata a tutte le operazioni che intercorrono tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio. Tuttavia il decreto prevede che fino al 31 dicembre 2023, potranno ancora continuare a emettere soltanto fattura cartacea le “micro” partite Iva, cioè quelle che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 25mila euro, per le quali l’obbligo di fatturazione elettronica tramite il Sistema di interscambio scatterà soltanto a partire dal 1° gennaio 2024.
Obiettivo finale è ridurre del 5% nel 2023 e del 15% nel 2024 la propensione all’evasione rispetto al 2019.