Salone del Risparmio, D’Acunti (Invesco): “Ecco come gestire l’incertezza sul futuro negli investimenti”
Gestire l’incertezza sul futuro all’interno delle proprie strategie d’investimento significa applicare un processo d’investimento disciplinato capace di mitigare l’effetto panico e più irrazionale dell’investitore. Detenere soluzioni “income”, ad esempio, offre una prima difesa importante, da considerare, in queste fasi di mercato.
Così Giuliano D’Acunti, country head per l’Italia di Invesco (in foto). Lo abbiamo incontrato in occasione del Salone del Risparmio, che oggi ha chiuso i battenti.
Concretamente, cosa consiglia di fare per difendersi dall’inflazione e dalla volatilità?
La generazione di flussi di cassa in momenti di volatilità aiuta l’investitore a tranquillizzarsi, grazie alla consapevolezza di avere liquidità da poter riallocare, anche in funzione di timori legati all’inflazione che ormai da mesi accompagnano le nostre giornate. Avere portafogli ben diversificati, sia in termini di asset class che in termini di valute, rimane però, la vera stella polare per mantenere la rotta degli investimenti, in fasi così incerte. In generale nel mondo, guardando al mondo dell’income, affrontiamo l’attuale situazione osservando con interesse alle obbligazioni indicizzate all’inflazione rispetto ai titoli di stato nominali. Inoltre, concentriamo la nostra esposizione creditizia sulla componente ad alto rendimento a breve scadenza, cercando di ottenere un reddito più elevato per unità di rischio piuttosto che un apprezzamento del capitale.
Come differiscono Millennial e Generazione Z dalle generazioni precedenti?
Nonostante quello con cui si trovano a interagire sia un mondo completamente diverso da quello dei loro genitori o nonni, i bisogni, i desideri e gli obiettivi di vita non sono poi così diversi se compariamo Millennial e Z-Tribe alle generazioni precedenti. I risultati di una recente ricerca di Invesco evidenziano come 4 giovani su 10 abbiano in programma nel breve periodo di risparmiare per il futuro (39%) e praticamente la stessa quota vuole investire il proprio denaro (35%). Anche i progetti nel lungo periodo esprimono una forte apertura al mondo finanziario: tra quelli più importanti troviamo il bisogno di garantirsi una pensione integrativa (30%), metter su famiglia (26%) e acquistare la prima casa (23%). Dalla ricerca emerge chiaramente come, se confrontiamo le nuove generazioni di investitori con le precedenti, a cambiare siano le modalità di comunicazione, non i bisogni.
Ci spiega meglio questo punto?
I Millennial sono molto più attenti e consapevoli della necessità di investire per il proprio futuro di quanto potremmo immaginare. Se, da un lato, sono ancorati al bagaglio valoriale tipico della famiglia d’appartenenza, dall’altro guardano con interesse alle nuove tecnologie e alle nuove forme d’investimento.
Quale ruolo può avere il consulente finanziario per i Millennial?
La figura del consulente finanziario può rappresentare il perfetto punto d’incontro tra il passato e il futuro, un ponte tra generazioni solo apparentemente molto distanti, in grado di colmare il gap, scolastico e istituzionale, sull’educazione finanziaria, il cui peso è ancora troppo spesso sulle spalle delle famiglie italiane.
A livello di settori, quali le sembrano più interessanti?
All’interno delle azioni, dato un contesto che seppur incerto rimane favorevole alle aspettative di crescita, almeno per l’anno corrente, tendiamo a prediligere settori ciclici come finanziario, industriale, materiali ed energia, a scapito della tecnologia dell’informazione, dei servizi di comunicazione e di altri settori difensivi. In termini generali queste fasi si possono (e devono) fronteggiare senza la corsa al panico, ma analizzando la situazione e mantenendo un orizzonte impostato sul medio lungo periodo, senza subire il contraccolpo psicologico della volatilità di breve termine.