Economia

Canone Rai sganciato dalla bolletta, a rischio rincaro fino a 300 euro

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Con l’addio del canone Rai in bolletta, potrebbe arrivare una nuova, ennesima, batosta per i contribuenti italiani pari a circa 300 euro. Vediamo perchè.

Canone Rai sganciato dalla bolletta della luce

Il governo Draghi ha dato l’ok ad un ordine del giorno sul decreto energia che accoglie la richiesta arrivata dall’Unione europea per togliere il canone TV dalla bolletta per la fornitura dell’energia elettrica di casa. Una proposta che, salvo imprevisti, dovrebbe entrare in vigore dal 2023 allineandosi alle direttive della Commissione Europea. E’ stata Maria Laura Paxia, del Gruppo Misto, ad aver presentato alla Camera dei Deputati un ordine del giorno relativo al decreto Energia per “adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai” dalla bolletta elettrica.
Pur non essendo un impegno vincolante per l’esecutivo, togliere il canone Rai dalla bolletta e prevedere una diversa forma di pagamento andrebbe nella direzione delineata dall’Unione Europea, che considera un “onere improprio” questa voce nelle fatture della luce. Ciò significa che molto probabilmente dal 2023 le bollette della luce saranno più leggere.

Il possibile rincaro fino a 300 euro

Con la rimozione dalla bolletta a partire dal 2023, il canone Rai potrebbe subire un’impennata e dai 90 euro attuali fino ad arrivare a pagare anche 300 euro. La possibilità è stata rilanciata dall’associazione dei consumatori Aduc, l’associazione utenti e consumatori APS che precisa dovrebbe trattarsi di un pagamento da effettuare attraverso il 730.

Certo, il nostro canone è tra i più bassi d‘Europa – dice l’associazione – e poi ci sono Paesi che lo hanno abolito prendendo i soldi per l’informazione di Stato dalla fiscalità generale…. “Ma, a sentire cosa dice a giorni alterni l’attuale presidente Rai, sembra che il problema più grosso in questo momento sia solo aumentare gli introiti estendendo anche il numero di pagatori.

Se da parte Rai abbiamo l’interesse a maggiori introiti per far meglio lavorare l’azienda, i “padroni” dell’informazione di Stato (i partiti in Parlamento) sembra siano poco attenti ad utenti e contribuenti, interessati invece a trovare maggiori spazi per le proprie persone e, di conseguenza, maggiori spazi per il loro strumento di propaganda. Noi siamo prevenuti nei confronti della gestione economica Rai, ma quand’anche cercassimo di non esserlo, non possiamo dimenticare che è dal 1995 che gli elettori hanno chiesto con un referendum al legislatore che preferirebbero una Rai privata…. e non sono mai stati presi in considerazione. E siamo convinti che anche in questo momento di cambio di riscossione del canone si ripeterà l’abituale litania dei loro interessi di bottega, ovviamente spergiurando che si tratta di interesse pubblico.

Nel frattempo, utenti e contribuenti tenuti a debita distanza dal poter esprimere qualunque opinione in materia, non ci resta che stimolare l’abbandono della tv tradizionale con l’antenna, quella per cui al momento si paga l’imposta/canone. Le alternative, inclusa la Rai stessa, sono molteplici in Internet dove, più o meno, è presente anche chi invia il segnale sull’antenna del nostro tetto di casa.