(9colonne) – Milano, 27 feb – In Cina il libro più letto (al luglio 2006) è il “Codice da Vinci” di Dan Brown, “Harry Potter” ha aperto la strada ai best seller anche nel segmento bambini e ragazzi e Stati Uniti e Regno Unito hanno scalzato – in fatto di import di diritti d’autore – Hong Kong e Taiwan. E’ quanto emerge dall’indagine sul mercato cinese della Beijing Topview Consulting presentata oggi a Pechino a una delegazione italiana di trenta editori guidati dal presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Federico Motta e dal direttore dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero di Pechino Antonino Laspina. Una fotografia aggiornata che segue la ricerca commissionata proprio due anni fa da ICE e AIE per esplorare le potenzialità di business che la Cina offre. Il mercato cinese dell’editoria ha iniziato la sua trasformazione da quando, nel 2001, Pechino ha aderito al WTO nel 2001. Ormai l’editoria cinese appare sempre più sensibile alle produzioni estere e progressivamente (poco) più attenta anche al diritto d’autore. Nel 2005 sono state sequestrate 19 milioni di copie di libri piratati. A fronte di queste cifre però sono stati registrati correttamente oltre 9 mila contratti di compravendita di diritti d’autore. Un risultato insperato fino a pochi anni prima. E sono i diritti sui libri a primeggiare nell’import di diritti d’autore (rispetto a periodici, software, altri), conquistando l’86,12% dell’importazione complessiva di diritti d’autore. Il rapporto import/export di copyright presenta un forte scompenso a favore dell’import. Nel 2005 è stato di 7 a 1: sono stati circa 11 mila i diritti importati dall’estero e 1517 quelli ceduti (nel 2003 il rapporto era di 15 a 1). L’editoria per ragazzi rappresenta un terzo dell’intero business del copyright, il segmento più vivace nello scambio dei diritti. Di fatto quindi la maggior parte dei libri oggi presenti sul mercato cinese è importata.