di Francesco Rosso, analista di Finanza.tech
L’equity crowdfunding è una innovativa forma di finanziamento delle aziende, vediamo di cosa si tratta.
La Finanza Alternativa in Italia
A partire dalla pesante crisi che ha colpito l’economia mondiale nel 2008, la propensione al prestito degli istituti bancari verso le PMI, progetti rischiosi e startup, è irrimediabilmente cambiata. L’incertezza e la contrazione economica successiva hanno spinto le diverse Autorità ad inasprire la regolamentazione bancaria innalzando i parametri da rispettare. Ciò ha spinto le imprese divenute meno “bancabili” a cercare altre modalità di finanziamento al di fuori del canale del credito tradizionale per reperire le risorse di cui necessitavano.
Da questo contesto è nata la Finanza Alternativa, termine con il quale si fa riferimento alle attività di raccolta di capitali che sono emerse al di fuori del sistema bancario. In Italia ad oggi, non tutti gli strumenti di Finanza Alternativa hanno raggiunto la medesima popolarità; in particolare, sono sei i canali presenti maggiormente in Italia, rappresentati da:
- I minibond
- Il crowdfunding
- Il direct lending
- L’invoice trading
- Il private equity e venture capital
- La quotazione in Borsa
Grazie alla sua facilità di accesso via web, lo strumento del Crowdfunding è spesso utilizzato da processi in fase di startup come sostegno all’avvio dell’attività di impresa, tanto nella sua accezione di Equity che Debt. Più in specifico l’Equity Crowdfunding, è divenuto col tempo uno dei migliori strumenti partecipativi sul mercato, che al tempo stesso fornisce risorse all’azienda sotto forma di capitale proprio, garantendo anche al piccolo investitore la possibilità di diversificare il proprio portafoglio in attività di rischio, accuratamente selezionate.
L’Equity Crowdfunding
Con Crowdfunding (in italiano «finanziamento della folla») si fa riferimento al processo tramite il quale una o più persone conferiscono somme di denaro, anche di piccola entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando piattaforme online e ricevendo in cambio una ricompensa di varia natura. Il Crowdfunding è caratterizzato da diverse tipologie che si distinguono per la finalità dell’investimento e per il tipo di remunerazione corrisposto agli investitori a fronte del finanziamento iniziale. I principali modelli di Crowdfunding sono tipicamente raggruppati in due macrocategorie a seconda se vi sia o meno contemplata la presenza di una remunerazione finanziaria a favore degli investitori.
Nel caso in cui non vi sia si parla di Non-financial Crowdufunding ed i principali modelli sono il Donation Crowdfunding e il Reward Crowdfunding. Nel caso in cui sia presente, invece, si parla di Financial Crowdfunding (detto anche Crowdinvesting) all’interno del quale rientrano il Lending Crowdfunding e l’Equity Crowdfunding. A differenza delle altre tipologie di Crowdfunding, il modello equity-based è un fenomeno relativamente recente (difatti ha iniziato a diffondersi soltanto dal 2010) che è emerso come un innovativo strumento di finanziamento utilizzato prevalentemente da quelle attività imprenditoriali che si trovavano nella fase iniziale del loro ciclo di vita o che erano poco conosciute dal mercato.
Tuttavia, rispetto alla versione lending-based, dove i finanziatori prestano le proprie risorse finanziarie con la prospettiva di vedersi corrisposto a scadenza l’intero importo erogato inizialmente maggiorato di un interesse, l’Equity Crowdfunding consiste in una modalità di finanziamento in cui un gruppo indistinto di persone destina una somma di denaro ad un’azienda ricevendo in cambio azioni o quote rappresentative del capitale sociale, così da entrare a far parte della compagine societaria. I soggetti che intendono sostenere in tal modo questi progetti imprenditoriali ottengono in cambio il caratteristico complesso di diritti amministrativi e patrimoniali derivante dalla partecipazione al capitale sociale di una società.
Gli attori principalmente coinvolti sono: il proponente (o “creator”), la piattaforma e gli investitori (o “bakers”). Il primo è colui che ricorre al Crowdfunding poiché non possiede sufficienti risorse per supportare la propria iniziativa, e di conseguenza decide di lanciare la propria campagna su un’apposita piattaforma specializzata.
I proponenti possono essere sia persone fisiche sia società che scelgono il crowdfunding per raccogliere fondi in modo rapido, stabilire relazioni di collaborazione con gli investitori e per ricevere una sorta di conferma del proprio operato.
La piattaforma è un portale di tipo “Multi-Side platform” definito come un’organizzazione che crea valore consentendo interazioni dirette tra le parti in gioco.
Queste consentono ai proponenti di lanciare il proprio progetto sul web, abbattendo così ogni barriera comunicativa ed espositiva a livello geografico, permettono una partecipazione democratica dei sostenitori consentendo piccole transazioni monetarie e forniscono informazioni sui creator e sui progetti. Infine, gli investitori, che possono essere sia persone fisiche sia giuridiche, sono quei soggetti che impiegano i propri capitali nella raccolta perché si appassionano all’iniziativa e di conseguenza decidono di supportarla al fine di ottenere una remunerazione dal proprio investimento.
I vantaggi del Crowdfunding
I benefici derivanti dalla scelta del Crowdfunding come strumento di finanziamento/investimento sono molteplici; perciò, per renderli maggiormente comprensibili è necessario analizzarli separatamente sia dal punto di vista del proponente sia da quello degli investitori chiamati a valutare l’iniziativa. Per quanto riguarda il creator, i benefici principali sono:
- la possibilità di raccogliere ingenti risorse finanziarie in un lasso di tempo relativamente breve;
- la possibilità di verificare l’appetibilità da parte del mercato per l’iniziativa e la validità dei propri progetti, sottoponendoli al giudizio della folla;
- l’opportunità di aumentare la propria notorietà chiudendo con successo la campagna.
Prendendo invece in considerazione gli investitori, i benefici sono:
- l’associazione del proprio nome a persone o a progetti di elevato standing etico, scientifico e culturale;
- la possibilità di apportare le proprie conoscenze, competenze e network;
- la possibilità di diversificare il proprio portafoglio investimenti.
In sostanza, per Equity Crowdfunding si intende quella fattispecie in cui si realizza una raccolta fondi di tipo collettivo, realizzato tramite portali online mediante i quali un gruppo di soggetti contribuisce finanziariamente al fine di supportare un determinato progetto, intrapreso da altre persone o organizzazioni. Tipicamente i contributi erogati sono di piccolo taglio e provengono da una vasta platea di individui provenienti da ceti sociali differenti.
In questo senso, si è affermato come uno strumento non convenzionale rispetto alle tradizionali fonti di finanziamento azionario e come una scelta di finanziamento popolare per le imprese innovative in fase di avvio. L’Equity Crowdfunding offre un nuovo mercato per gli imprenditori che possono attingere alla loro rete di amici, familiari e azionisti esistenti così come da un numero massiccio di investitori per raccogliere fondi esterni in cambio di una partecipazione azionaria nell’impresa.
L’Equity Crowdfunding si sviluppa con l’obiettivo di rafforzare la struttura finanziaria delle imprese seguendo la costante volontà del legislatore di ricercare nuovi canali che incentivino la piccola impresa ad accedere al mercato mobiliare come sistema complementare alle fonti del credito bancario, soprattutto dopo le difficoltà evidenziate dalla crisi finanziaria del 2008, smobilizzando il risparmio diffuso e spronando all’investimento gli investitori retail rendendo accessibile loro la possibilità di supportare nuovi progetti tramite l’acquisizione di quote di capitale.
Il mercato italiano dell’Equity Crowdfunding
L’Italia è stato il primo paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica, relativa però al solo Equity Crowdfunding. A causa della severità della disciplina introdotta nel 2012 e della ristrettezza delle categorie di imprese ammesse all’utilizzo dell’equity crowdfunding che riservava questo canale alternativo di finanziamento alle sole startup innovative, il fenomeno non ha riscosso successo, e ciò ha indotto il legislatore ad apportarvi alcune modifiche. Con l’introduzione di successivi provvedimenti, il legislatore ha esteso lo spettro alle PMI innovative nel 2015 e a tutte le PMI nel 2017.
Ciò ha consentito all’Equity Crowdfunding di diffondersi in maniera decisa. Infatti, prendendo i dati raccolti dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano è possibile apprendere che dal 2014 al primo semestre del 2021, in Italia, si sono registrate un totale di 831 campagne che sono state avviate su portali autorizzati, di cui 588 chiuse positivamente 183 terminate senza aver raggiunto il target minimo e 60 che risultavano ancora in fase di raccolta.
Se nel 2014 e nel 2015 non si riusciva a superare la soglia delle 10 campagne annue chiuse positivamente, già nel 2016 tale limite era pressocché raddoppiato e lo stesso è avvenuto nel 2017 quando si sono raggiunte le 50 campagne chiuse con successo.
Con la Legge di Stabilità 2017, estendendo l’accesso a tutte le PMI, nel 2018 si sono concluse positivamente 115 campagne, livello che è stato superato anche nei due anni a venire fino a raggiungere le 163.
Nel primo semestre del 2021 erano già state concluse 93 campagne e altre 60 si trovavano in fase di raccolta. Prendendo i dati più recenti si scopre che sono state in totale 193 campagne nel 2021 ad essersi concluse con successo. Osservando il grafico è possibile apprezzare anche il success rate complessivo pari a 76,3% e quello annuale del comparto. In particolare, nei primi anni, le campagne chiuse senza essere riuscite a raggiungere il target obbiettivo superavano quelle chiuse con successo. Questa situazione si è invertita nel 2016. Nonostante l’arrivo del Covid-19, nel 2020 il numero di campagne chiuse è stato superiore rispetto al 2019 e, in più, anche il success rate è migliorato. Con il 2021, i dati sono stati ancora più sorprendenti: nei primi 6 mesi si era già superata la quota delle 100 campagne chiuse e il success rate è stato addirittura superiore al 90%.
I volumi raccolti sono stati crescenti nell’orizzonte temporale considerato e pari a circa 287 milioni di euro suddivisi in 588 campagne concluse con successo. Inoltre, i dati più recenti ci permettono anche di anticipare che nel 2021 la raccolta totale ha superato il risultato del 2020 con più di € 130 milioni ottenuti. Il ticket medio per le varie campagne è stato di 330 mila nel 2014, mentre nel 2017 era sceso a 230. Da quel momento il livello è aumentato costantemente fino a 700 mila nel 2021. Questo ci porta a dedurre che gli importi a cui le campagne hanno ambito e che hanno raccolto sia aumentato negli ultimi anni.
Le imprese protagoniste delle 831 campagne censite sono state 742 delle quali il 67% erano startup innovative. Dal punto di vista geografico la Lombardia è rimasta saldamente al primo posto dal 2014 con 296 imprese, mentre hanno seguito Lazio a quota 73 ed Emilia-Romagna con 66. Dal punto di vista settoriale è possibile notare che il primato appartiene alle società che offrono servizi di informazione e comunicazione con 289 imprese protagoniste; dietro si sono posizionate quelle legate ad attività professionali e scientifiche con 119 imprese e le manifatturiere con 110.
Il numero medio di investitori per ogni campagna fino a giugno 2021 è stato pari a 100. Frammentando questo dato nei vari anni, è possibile apprezzare che il numero medio di investitori è triplicato dal 2014, e sembra aver trovato, almeno per ora, una certa stabilità attorno a circa 130.
Sono state inoltre raggiunte le 37.500 sottoscrizioni totali, di cui 35.000 provenienti da persone fisiche e 2.500 da persone giuridiche. Il ticket medio di sottoscrizione è stato di € 3.600, per il primo gruppo e € 30.200 per il secondo. Soffermandoci anche sulla distribuzione degli importi delle sottoscrizioni per i due gruppi ciò che si evince è che l’82,6% delle persone fisiche ha investito meno di €5.000, mentre quasi il 50% delle persone giuridiche ha superato tale soglia.
Numero medio di backers
Contributi versati dagli investitori
Conclusioni
Grazie allo sviluppo della normativa ed alla successiva digitalizzazione e crescente sicurezza dei processi, l’equity crowdfunding consiste in un modello innovativo che opera disintermediando il processo di investimento, consentendo una migliore allocazione delle risorse, permettendo ai risparmi degli italiani di sostenere direttamente gli imprenditori del Paese.
Difatti, il capitale passa direttamente dalle mani degli investitori a quelle degli imprenditori e perciò, viene considerato una forma di finanziamento «reale e trasparente». Con la Legge di Bilancio 2019 è stata concessa l’opportunità da parte dei portali online di ospitare sezioni dedicate alla compravendita di titoli sottoscritti dagli investitori sul medesimo portale, come possibile risposta iniziale al problema della illiquidità degli strumenti oggetto di offerta tramite campagna primaria. Inoltre, l’entrata in vigore del Regolamento ECPS che ha introdotto la possibilità alle varie piattaforme di poter operare in tutti i Paesi dell’UE spingendo verso un level-playing field e gli incentivi fiscali introdotti dal legislatore a favore degli investitori, potrebbero fungere da catalyst per sostenere il trend di crescita dello strumento nei prossimi anni.