(9Colonne) – Roma, 2 mar – Sessantuno miliardi di messaggi spam al giorno circolanti in Europa, quasi il 90 per cento del totale delle email scambiate, con costi annui che, secondo la Commissione Europea, sfiorano i 39 miliardi di euro. Ma anche in Italia la diffusione dello spam ha ormai raggiunto e superato il livello di guardia. Le statistiche raccolte dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) documentano una situazione che, sia pur decisamente migliore rispetto agli indici americani, peggiora progressivamente. “Da un’analisi statistica sui server di posta elettronica dell’Iit emerge che, nel 2006, il tasso di spam medio è stato di circa il 66 per cento”, osserva Stefano Ruberti, responsabile della posta elettronica dell’Iit-Cnr e del Registro del ccTLD .it, l’organismo che assegna i domini internet ‘.it’”. A fronte di 2.846.282 messaggi di posta ricevuti, il sistema ne ha classificati come ‘clean’, puliti, poco meno di 970mila (34 per cento). Ben 1.876.511 email erano invece spam o virus: in particolare, 614.772 (32,7 per cento del totale dei messaggi-spazzatura) sono state etichettate come spam ma recapitate comunque all’utente per evitare ‘falsi positivi’ e 504.408 (26,8 per cento) bloccate e poste in quarantena perché spam acclarato. Altri 732 mila messaggi sono stati bloccati dai sistemi di controllo Rbl, che identificano indirizzi noti come mittenti di spamming: un numero enorme, se si considera che tali controlli sono in funzione solo dall’8 novembre scorso. “La tendenza”, conferma l’amministratore della posta Iit, “è in costante crescita: gli indici di gennaio 2007 parlano già di un tasso di spam superiore al 72 per cento”.