Dopo la Russia, anche l’Ucraina deve ora intervenire per tentare di raffreddare i prezzi. La Banca Centrale dell’Ucraina (Nbu) ha alzato il costo del denaro dal 10 al 25% nel suo primo intervento dopo 4 mesi, ossia dall’attacco russo dello scorso 24 febbraio. Lo si legge in una nota comparsa sul sito dell’Istituzione che ha più che raddoppiato il tasso d’interesse sui prestiti alle banche, portandolo ai livelli più alti dal 2015.
L’obiettivo della banca centrale di Kiev è di contrastare l’inflazione a doppia cifra — salita ad aprile al 16,4% — e proteggere redditi e risparmi dalle ricadute del conflitto in corso. In crescita a 3,4 miliardi di dollari (3,18 miliardi di euro) anche gli interventi di stimolo a favore dell’economia nello scorso mese di aprile, a fronte di una media mensile degli acquisti di titoli pari a 2 miliardi di dollari (1,87 miliardi di euro).
Interventi sul costo del denaro sono stati effettuati nei mesi scorsi anche dalla Russia. Il 28 febbraio scorso, a 4 giorni dall’attacco a Kiev, la banca centrale di Mosca aveva rivisto al rialzo i tassi di interesse dal 9 al 20%. Successivamente, l’8 aprile scorso la governatrice della banca centrale russa Elvira Nabiullina aveva ridotto i tassi al 17%, portandoli a fine aprile al 14%. L’ultimo taglio il 26 maggio, quando con una sforbiciata di 300 punti base il costo del denaro era ritornato all’11% poco al di sopra dei livelli pre-bellici, una decisione motivata con il rallentamento dell’inflazione e il recupero del rublo.
Pil in caduta libera
Per entrambi i Paesi pesanti ripercussioni ci saranno anche sul fronte del Pil. Secondo le ultime stime del Fmi, dopo il +4,7% del 2021 il Pil russo si contrarrà quest’anno dell’8,5% e il prossimo del 2,3%, in quella che è una brusca battuta rispetto alle stime precedenti.
In gennaio infatti il Fondo aveva previsto per la Russia una crescita del 2,8% quest’anno e del 2,1% il prossimo. Una contrazione ben più severe la sperimenterà l’Ucraina, che nel 2022 vedrà il Pil crollare del 35%. “Anche se il conflitto dovesse finire presto, la perdita di vite umane, la distruzione e la fuga dei cittadini limiteranno severamente l’attività economica per anni” ha spiegato l’organismo di Washington.