Il premier britannico Boris Johnson torna sotto i riflettori con una nuova iniziativa che cerca di scompaginare gli equilibri geopolitici in Europa: l’inquilino di Downing Street propone un nuovo sistema di alleanze politiche, economiche e militari – alternativo all’Unione europea – che raccolga Paesi accomunati dalla diffidenza verso Bruxelles e anche verso la risposta timida della Germania rispetto all’aggressione militare russa.
Commonwealth europeo, di cosa si tratta
Con il piano denominato Commonwealth europeo, Boris Johnson sta cercando di creare un nuovo blocco di nazioni europee che riunisca l’Ucraina, gran parte dell’Europa orientale, includendo potenzialmente anche la Turchia in una fase successiva, secondo quanto riporta il Corriere della Sera.
I paesi del nuovo blocco sarebbero uniti dalla loro “diffidenza verso Bruxelles” e dalle critiche alla risposta troppo timida della Germania all’aggressione russa in Ucraina, secondo le indiscrezioni.
Johnson ha lanciato l’idea per la prima volta al presidente ucraino Volodymyr Zelensky quando si è recato nella capitale ucraina il 9 aprile.
Le indiscrezioni del Corriere sono state scritte da un suo corrispondente presente al World Economic Forum di Davos, sulla base di fonti anonime che sono “al corrente dei colloqui” e hanno partecipato agli incontri in Svizzera.
Secondo le stime del Kiel Institute for the World Economy, Londra da sola ha fornito per ora più aiuti economici e militari a Kiev nella guerra di tutta l’Unione europea. E la Polonia ne ha dati più della Germania, della Francia e dell’Italia. “Così la guerra di Vladimir Putin, giunta al suo quarto mese, inizia ad aprire le prime crepe politiche in Europa”.
UK, oggi il voto di sfiducia a Boris Johnson
Il primo ministro britannico dovrà affrontare un voto di sfiducia lunedì pomeriggio tra le 18 e le 20 ore di Londra a causa della crescente insoddisfazione rispetto alla sua leadership in parlamento.
Sono stati proprio i Tories ad innescare la sfiducia, il 15% dei legislatori conservatori (54 degli attuali 360 parlamentari del Partito conservatore) è tenuto a scrivere una lettera a Graham Brady, presidente del Comitato 1922 che sovrintende i voti di sfiducia nei confronti del leader del partito conservatore.
Lunedì, Brady ha annunciato che la soglia richiesta per approvare il voto era stata ampiamente superata.
Il “Partygate” londinese tormenta i legislatori conservatori, il mese scorso è stato pubblicato un report su diverse feste di alto profilo che hanno infranto le severissime restrizioni legate alla gestione della pandemia da Covid-19 nell’ufficio e nella residenza di Johnson, suscitando richieste per un voto di sfiducia.
Se Johnson supererà indenne il voto di questo pomeriggio, sarà protetto da un altro voto di sfiducia per altri 12 mesi, a meno che le regole non vengano modificate.