Il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko apre all’Europa, ribadendo pero allo stesso tempo lo speciale legame che unisce Minsk a Mosca. Un legame, che, nei propositi di Lukashenko, potrebbe presto trasformarsi in una vera e propria unione statale fra i due Paesi. “Siamo pronti ad avviare un dialogo politico per allargare la sfera della cooperazione economica con l’Europa”, dichiara il presidente bielorusso in un’intervista alla televisione araba Al Jazira. “L’Europa ha ormai compreso che se la situazione in Bielorussia è instabile, anche il resto del continente ne risente – continua Lukashenko, che poi rilancia – la Bielorussia ha un valore enorme nella sicurezza energetica dell’Europa. Senza Bielorussia, quiete in Europa non ci puo essere”. Lukashenko – definito dagli Usa e dal parlamento europeo “l’ultimo dittatore d’Europa” – passando a parlare del rapporto con la Russia, spende parole di rinnovata amicizia e collaborazione con Mosca, con la quale il rapporto sembrava essersi inclinato dopo il brusco aumento del costo delle forniture di gas imposto dal Cremlino a gennaio. “Non tradiremo mai la Russia, a prescindere dallo stato dei rapporti con la sue autorità politiche. Che piaccia o no, l’Occidente deve capire che per noi al primo posto viene l’amicizia con il popolo russo”, sottolinea con forza il presidente bielorusso. La ritrovata intesa fra Mosca e Minsk è stata suggellata anche in campo finanziario, con la richiesta da parte bielorussa di un prestito di 1,5 milioni di dollari (1,1 miliardi di euro). Nessuna risposta al momento da Mosca, ma le parole di Lukashenko lasciano immaginare quella che potrebbe essere la contropartita da mettere sul piatto: “se la Russia vuole costruire con noi un Paese unito da reciproca fratellanza e da pari diritti, allora Minsk è pronta”.