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Consulenza finanziaria, quali differenze tra gli investimenti dei clienti wealth e affluent?

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I clienti della consulenza finanziaria sono molti diversi da quelli del private banking. Conseguentemente, cambiano anche i loro investimenti. Spiega come una ricerca realizzata da SWG in collaborazione con CNP Partners, la società attiva in Italia e in Spagna nei settori del risparmio e della protezione della persona.
Lo studio si basa su un campione di risparmiatori di età compresa fra i 35 e i 70 anni, selezionato fra profili affluent (con un patrimonio investito compreso tra 50.000 e 500.000 euro) e profili wealth (con un patrimonio investito superiore a 500.000 euro), responsabili o corresponsabili delle decisioni finanziarie delle loro famiglie.

Quanto i clienti private e affluent si avvalgono della consulenza finanziaria?

Lo studio di SWG dimostra che la maggioranza degli intervistati (56,8%) dispone di un consulente dedicato, confermando un trend in netta crescita rispetto al passato (+26,8% vs 2018). Il 58,4% è supportato dal proprio consulente per la sola gestione finanziaria, mentre in media il 41,6% (51,5% nel caso della clientela wealth) si avvale della guida del consulente anche per la gestione del patrimonio.

Il 30,4% del campione ha dichiarato di aver chiesto consiglio al proprio consulente finanziario solo 1 o 2 volte nel corso degli ultimi dodici mesi, il 45,1% dalle 3 alle 5 volte, il 13% dalle 6 alle 9 volte, e solo il 10,9% 10 o più volte nel corso dell’anno. Queste differenze evidenziano ampi margini di crescita per il settore della consulenza finanziaria, ancor più in un contesto complesso come quello attuale.

Gli investimenti dei clienti affluent e wealth

In media, fra i prodotti d’investimento proposti dai consulenti finanziari figurano per il 62,1% fondi d’investimento o sicav, per il 50,5% gestioni patrimoniali, in titoli o fondi, per il 27,3% azioni, per il 25,6% polizze assicurative (esempio: vita, casa, infortuni, salute), per il 25,3% polizze finanziarie assicurative e per il 23,9% titoli di stato. Si registrano tuttavia differenze sostanziali fra le due tipologie di clientela:

  • fondi d’investimento e Sicav sono infatti nel portafoglio del 77,9% degli investitori wealth, a fronte del 57,3% degli investitori affluent;
  • le azioni sono citate dal 32,4% dei clienti wealth, e dal 25,8% dei clienti affluent;
  • le polizze assicurative sono indicate dal 28% dei profili affluent, a confronto del 17,6% dei clienti wealth;
  • le polizze finanziarie assicurative sono citate al 41,2% degli investitori wealth, percentuale più che doppia rispetto al 20,4% di investitori affluent;
  • i titoli di stato sono menzionati dal 25,3% dei clienti affluent, a fronte del 19,1% dei clienti wealth.

Francesco Fiumanò, country manager di CNP Partners, ha concluso:

L’analisi realizzata in collaborazione con SWG fotografa l’esigenza di sicurezza e di diversificazione dei risparmiatori italiani in questo periodo di estrema incertezza. In questo contesto, crediamo che la guida di consulenti esperti e autorevoli, a cui si affidano sempre più investitori, e la scelta di soluzioni personalizzate e flessibili, che combinino la componente di protezione con quella d’investimento, sia determinante per aiutare i risparmiatori a diversificare l’allocazione dei loro risparmi e a contenere i rischi, creando le condizioni per una migliore pianificazione economico-finanziaria”.