(9Colonne) – Milano, 6 mar – La buona notizia è che l’informatica italiana ha ripreso a crescere e accelera il ritmo, mettendo a segno un discreto + 1,6% nel 2006, a fronte del timido 0,9% del 2005 e del segno negativo, – 0,4%, dell’anno precedente; allo stesso tempo il mercato dei consumer è aumentato dell’8.8% nel 2006. Quella cattiva è che il divario con i trend di crescita internazionali resta troppo ampio, così come rimane profondo il gap nella capacità di produzione di nuove tecnologie e se non interverranno fattori in grado di imprimere una decisiva sterzata, l’Italia è destinata a diventare sempre più un paese di consumatori di innovazione tecnologica generata altrove. E’ questo, in sintesi, il messaggio lanciato oggi a Milano da Ennio Lucarelli, presidente di AITech-Assinform, nel divulgare l’anteprima dei dati del Rapporto Assinform 2007 sull’andamento del settore dell’Information & Communication Technology nell’anno 2006. A livello mondiale i numeri parlano chiaro: l’attuale fase di espansione dell’economia è alimentata da investimenti sempre più massicci nell’It, impiegati per rafforzare le capacità competitive dei sistemi industriali, realizzare i servizi innovativi che dovranno ridisegnare la società basata sulla conoscenza, modernizzare gli apparati pubblici. Nel 2005, l’incremento del Pil mondiale, pari a 4,9%, è stato superato dal 5,4% globale registrato dall’It; nel 2006 a fronte di un Pil cresciuto del 5,1% l’It mondiale è cresciuta alla velocità del 6,1% annuo. Sempre nel 2006, in Usa l’It è cresciuto del 5,7%, in Europa la crescita media è stata del 3,9%, con punte del 6,8%, come nel caso della Spagna. In questo contesto, i dati italiani mettono in mostra difficoltà, piuttosto che processi di sviluppo: nel 2005 il settore informatico nazionale ha registrato un incremento dello 0,9% a fronte di un Pil quasi fermo (0,1%), nel 2006 siamo a +1,6% per l’It con un Pil cresciuto dell’1,9%.