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(WSI) –
Stretta monetaria in vista per Eurolandia: il consiglio direttivo della Bce, in programma oggi a Francoforte, secondo l’attesa unanime di mercati e analisti, dovrebbe rialzare il costo del denaro al 3,75 per cento. Gli interrogativi principali riguardano i mesi successivi, poiché i tassi potrebbero raggiungere il 4% a giugno, ma è possibile che i banchieri di Francoforte si concedano una pausa di riflessione. Tutto dipenderà dai dati che emergeranno nei prossimi mesi in materia di crescita e controllo dell’inflazione.
Su quest’ultimo punto, i dati di febbraio (più 1,8% su base annua) hanno mostrato stabilità rispetto al mese precedente. Risultati perfettamente in linea con l’obiettivo della Bce di mantenere l’aumento dei prezzi sotto il 2% nel medio termine. Ma questo non basta al presidente dell’istituto centrale, Jean-Claude Trichet, preoccupato dall’eccessiva liquidità disponibile sul mercato, con l’aggregato M3 di gennaio che ha sfiorato un incremento annuo a due cifre.
A guardare i dati nazionali si trovano però anche segnali opposti, che consiglierebbero prudenza su nuovi rialzi. Tra dicembre e gennaio, in Germania, il fatturato del commercio al dettaglio è sceso del 5%, che mettendo nel conto il calo delle vendite di auto dà luogo a una flessione di quasi 10 punti. E l’altro giorno Eurostat ha diffusi i dati preliminari sul Pil europeo del quarto trimestre 2006, che hanno mostrato una crescita dello 0,9% su base congiunturale (sia in area euro sia nella Ue a 25). Se confermato domani, il rialzo dei tassi al 3,75% sarebbe il settimo da dicembre 2005, quando è terminata la lunga fase di tassi al 2 per cento.
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