Allarme siccità: in attesa dello stato di emergenza, le Regioni si muovono in ordine sparso
L’allarme siccità si fa ogni giorno sempre più pressante. E mentre le Regioni chiedono a gran voce lo stato d’emergenza per la siccità, in attesa di una risposta dal governo, soprattutto al Nord hanno iniziato ad adottare le prime misure di razionamento. Si passa dalle più rigide ordinanze comunali contro l’utilizzo dell’acqua di notte, ai più blandi appelli al senso civico dei cittadini.
La situazione nelle principali regioni italiane
Nel Lazio, il presidente Zingaretti lunedì ha fatto sapere: “Nelle prossime ore proclamerò lo stato di calamità naturale”, che “servirà ad adottare immediatamente le prime misure e a invitare i sindaci alle prime norme di contenimento”
Il Piemonte ha intanto chiesto invece aiuto alla Valle d’Aosta per l’agricoltura. Ma anche la Valle d’Aosta è a sua volta in crisi: “Stiamo effettuando tutti gli approfondimenti del caso, ma credo che le nostre effettive possibilità di intervento in questo campo non possano rispondere a un’emergenza ampia come quella che si sta configurando”, ha detto il presidente della Regione Valle d’Aosta, Erik Lavevaz, in merito alla richiesta di aiuto.
Da ieri l’Emilia-Romagna è in stato d’emergenza, come annunciato ieri dall’assessora regionale all’ambiente e protezione civile Irene Priolo, dopo l’esito della riunione tecnica dell’Osservatorio sul Po.
Pesante anche la situazione in Lombardia. Ieri è arrivato l’allarme di Enel, in base al quale non c’è più altra acqua da poter impiegare per irrigare i campi e servire gli allevamenti. E c’è già chi fa i primi calcoli sui danni. “I dati non sono ancora reali perché si parla di 2 miliardi di danni ma secondo me sono molti di più. Anche perché oggi siamo a fine giugno, quando arriveremo a settembre/ottobre si potranno fare calcoli più esatti” ha spiegato Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia.
Le misure d’emergenza sono già scattate per i laghi in Valtellina, da cui sarebbero stati messi a disposizione circa 500 mila metri cubi d’acqua al giorno. In tutto si stimano circa 4 milioni di metri cubi d’acqua in media al giorno che dovrebbero essere prelevati dal lago di Como, mentre sono 900 mila quelli dal lago d’Iseo. Dai laghi della Valcamonica invece sono previsti altri 900 mila metri cubi medi alla settimana, una quantità considerata per ora sufficiente. Prelievi sono attesi anche dai fiumi Serio e Brembo.
Decreto siccità: che cosa ci si aspetta
Nel decreto del governo Draghi, atteso per la fine di giugno, dovrebbero esserci le prime misure per la riduzione degli sprechi, come un razionamento dell’acqua che potrebbe portare anche a uno stop alla distribuzione durante la notte. Oppure la priorità ai bisogni primari, con il divieto di riempire le piscine.
Confagricoltura ha chiesto intanto a gran voce che sia dichiarato “lo stato di emergenza per la gestione della risorsa idrica e di calamità naturale per il settore agricolo. Altrettanto urgente è il rilascio per uso irriguo delle acque dai bacini idroelettrici anche se in questa annata, in cui si chiede di produrre di più, c’è anche rischio di carenza energetica”.