di Sofia Baggi, consulente finanziario e group manager di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking
Negli ultimi cinquant’anni la società è molto cambiata. Sono cambiati anche i rapporti tra uomini e donne, come tutti abbiamo (per fortuna!) notato.
Un tempo, infatti, gran parte delle italiane si occupava solo della casa e dei figli, mentre ora una buona percentuale – pari a circa la metà delle donne in età lavorativa – ha anche un’occupazione dalla quale ottiene soddisfazioni e riconoscimenti.
Destreggiarci tra gli impegni di madre, quelli lavorativi e la gestione della casa, cercando comunque di dare il meglio di noi in ognuno di questi ambiti, è difficile ma dà immense soddisfazioni.
E’ importante imparare anche a risparmiare nella maniera corretta, eliminando abitudini scorrette che potrebbero vanificare i nostri sforzi professionali.
Essere economicamente indipendenti
Sempre più clienti donne manifestano l’esigenza di avere un reddito che garantisca loro l’indipendenza dal marito, dal compagno o da altri familiari: l’autonomia finanziaria rende le donne libere di decidere se interrompere una relazione che non funziona o cambiare lavoro. Sono numerosissimi i casi di questo genere: ad esempio una cliente, madre di un bimbo piccolo, quando ha pensato di separarsi si è dovuta confrontare con la realtà. Non possedeva nulla di suo, tranne uno stipendio che confluiva nel conto comune: si è così resa conto che con la separazione avrebbe messo in difficoltà se stessa e suo figlio. Si tratta di una situazione molto comune in Italia, dove circa la metà delle donne in età lavorativa non è occupata. In più, con la pandemia, molte donne sono state costrette dall’impossibilità di conciliare vita familiare e lavoro a dimettersi o a chiedere riduzioni di orario, e questo ha indubbiamente influito sui loro guadagni e sulla loro carriera.
5 cose che può fare il consulente finanziario
Cosa può fare, allora, il consulente finanziario per una cliente che vuole rendersi indipendente? Le soluzioni sono diverse, ma ognuna richiede flessibilità, un continuo monitoraggio della situazione, attenzione alla trasparenza dei costi e all’eliminazione di rischi inutili che può essere possibile solo con il supporto di un professionista.
1. Garantirti un futuro sereno
Per le donne in particolare è importante pensare non solo alla propria indipendenza economica in età lavorativa, ma all’indipendenza che si avrà una volta smesso di lavorare. Le ragioni principali? I redditi delle lavoratrici sono generalmente più bassi rispetto a quelli degli uomini – il gap di genere è in media del 14,1% a livello europeo – anche perché la carriera delle donne è spesso discontinua, costellata da più interruzioni come quelle dovute alla maternità o ad altre esigenze familiari. Va poi considerato che le donne vanno di solito in pensione prima degli uomini, ma vivono più a lungo e quindi godono del trattamento previdenziale per un numero maggiore di anni rispetto agli uomini. Per non ritrovarsi in seria difficoltà nella vecchiaia, quindi, è importante crearsi una posizione pensionistica integrativa sfruttando i numerosi prodotti disponibili sul mercato e seguendo il consiglio di un professionista della consulenza.
2. Aiutare a figli a costruirsi un futuro
Questa è un’esigenza condivisa da tutti i genitori, specie in un periodo di grande incertezza come quello attuale. Fin da quando i figli sono piccoli, madri e padri vogliono fare in modo di lasciare loro un patrimonio da sfruttare per gli studi universitari, per viaggiare o per altre esigenze. In questo caso le strade sono due: un piano di accumulo (Pac) destinato al finanziamento di corsi di studio, master all’estero o altro, da poter lasciare in gestione ai figli una volta diventati maggiorenni; oppure la creazione di una posizione previdenziale integrativa. Si possono infatti aprire fondi pensione intestati anche a minorenni, che successivamente possono essere integrati una volta iniziata la vita lavorativa. Questa soluzione porta con sé diversi vantaggi, a livello di tassazione finale della rendita ma anche per il fatto che l’accantonamento avviene su un periodo di tempo lunghissimo, quindi sia gli investimenti che interessi composti hanno modo di “lavorare” per molti anni.
3. Tutelare se stesse e i propri cari
Quali sarebbero le conseguenze per me e per i miei cari se dovessi improvvisamente venire a mancare? È una domanda che è necessario porsi, anche nel caso in cui si subisse un’invalidità per malattia o infortunio che impedisca di lavorare: in quel caso non solo verrebbe a mancare un’entrata, ma ci sarebbero maggiori uscite per l’assistenza e le cure. Questi sono aspetti che cerco sempre di analizzare con i clienti, uomini e donne, per capire se sono coperti e fino a che punto, e spesso la copertura è molto bassa. Ad esempio liberi professionisti o imprenditori e imprenditrici non hanno diritto a una diaria in caso di malattia, a meno di non attivare soluzioni apposite. Gli strumenti per ovviare a queste lacune sono diversi e vengono suggeriti soprattutto in presenza di soggetti a carico o di mutui: di solito si tende a coprire il principale percettore di reddito in una famiglia, quindi generalmente il marito. Va però considerato che – ora che le donne ricoprono in molti casi contemporaneamente il ruolo di madre, lavoratrice e amministratrice della casa – in caso di morte precoce o invalidità sarebbero almeno tre le figure a venire a mancare. Per queste eventualità le soluzioni vanno costruite su misura, scegliendo la copertura in base al premio, a volte anche con polizze vita intera alle quali viene abbinata la copertura assicurativa.
4. Tutelare il passaggio generazionale e quindi il patrimonio
La tutela delle proprie risorse in vita è molto importante, ma l’altro momento critico in cui un patrimonio può perdere di valore è dopo la morte del titolare, nel momento in cui gli eredi dovessero avere problemi a trovare un accordo.
Cosa succederebbe al mio patrimonio se io venissi a mancare? A chi andrebbe? Mi sta bene che sia così oppure vorrei che fosse diversamente? Come? Posso fare qualcosa ora, in modo che se succedesse verrebbero rispettate le mie volontà?
Sono queste le domande che il cliente, uomo o donna che sia, deve porsi, se il patrimonio in questione è finanziario o immobiliare e ancora di più se ad essere coinvolta è un’azienda.
Chi ritengo in grado di sostituirmi? Chi potrebbe ricoprire il mio ruolo? Sto rispettando le quote di legittima in modo da non scontentare nessuno? Trovare risposte a questi interrogativi è compito del consulente finanziario, che anche in tema di pianificazione successoria può suggerire al cliente le soluzioni più adatte al suo caso.
5. Monitorare entrate e uscite
Gli obiettivi di vita di un cliente sono davvero tanti e tutti molto importanti. Le risorse però, lo sappiamo, sono limitate. Quindi è fondamentale ragionare in ottica di pianificazione, monitoraggio e budgeting dei risparmi. Quante sono le entrate? Quante le uscite? Solo così l’assistito può capire quanto è in grado in concreto a risparmiare per ciascuno di questi obiettivi, che molto probabilmente sarà necessario mettere in ordine di priorità.
Capire come quanto è necessario risparmiare non è certo semplice, come pure avere chiara la fotografia delle entrate e delle uscite. Ho chiesto a Laura Guerinoni, professionista specializzata in money coaching, alcuni consigli su questo tema: “E’ importante utilizzare strumenti pratici per tenere sotto controllo entrate e uscite. Un esempio su tutti: Money Manager Expense&Budget o la app Spendee, che permette di controllare il tutto tramite smartphone”, spiega Laura Guerinoni.
Una volta capito quanto riesce a risparmiare la cliente può decidere come destinarlo, per quali importi, con quale frequenza, in quali strumenti allocarlo. In questo le investitrici dimostrano di avere una maggiore pazienza e una più spiccata propensione alla pianificazione rispetto agli uomini: inoltre tendono a informarsi di più su quanto viene loro proposto e richiedono spesso la presenza di un professionista che sia in grado di ascoltare.
Tutte qualità molto importanti per investire in modo attento e consapevole.