Editoriali

Crisi ucraina, i giovani Brics sfidano il vecchio Occidente

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La riunione dei Brics (Brasile, Russia, Cina, India, Sudafrica) che si è tenuta a Nuova Delhi due giorni fa ha evidenziato una forte unione tra i paesi partecipanti, anche in chiave anti-Occidente. I Brics infatti stanno lavorando a una valuta comune alternativa al dollaro e hanno rilasciato una dichiarazione di intenti molto forte sul conflitto in Ucraina:

Sosteniamo i colloqui tra Russia e Ucraina. Abbiamo anche discusso le nostre preoccupazioni per la situazione umanitaria in Ucraina e nei dintorni e abbiamo espresso il nostro sostegno agli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite, delle agenzie delle Nazioni Unite e del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) per fornire assistenza umanitaria in conformità con i principi di base di umanità, neutralità e imparzialità stabilite nella risoluzione 46/182 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite”.

I Brics nel loro vertice hanno altresì deciso di continuare a sostenere la Russia dal punto di vista commerciale, senza applicare le sanzioni comminate dall’Occidente.

Il sostegno alla Russia e la sfida demografica dei Brics all’Occidente

Il sostegno dei Brics alla Russia implica che la guerra sarà sostenibile ancora per molti mesi. E’ plausibile quindi che scatteranno altre sanzioni e guerre economiche contro la Russia. Questo a sua volta innescherà interruzioni della catena di approvvigionamento e forti oscillazioni sui costi delle materie prime. Con ovvi effetti sull’inflazione e sui tassi d’interesse, oltre che sul rischio di recessione in Occidente. Ma c’è un’altra sfida che i Brics hanno lanciato all’Occidente: quella demografica.

A fronte di una popolazione mondiale di circa 8 miliardi di persone, i Brics da soli ne catalizzano quasi il 50%: circa 3,5 miliardi di persone, con un’età media di 29 anni. Pensate che l’Europa supera a malapena i 750 milioni di abitanti, con un’età media di circa 47,6 anni. Insomma, gli abitanti dei Brics sono molti di più e sono molto più giovani. Sono numeri che devono far riflettere l’Occidente sotto ogni punto di vista: produttivo, macroeconomico, militare.