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In Banca Generali il fintech diventa private. Ecco come

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”Sono convinto che la blockchain porterà una grande innovazione in termini di semplicità, trasparenza, accesso ed effcacia a differenti modelli di servizio nell’industria finanziaria. E’ importante aprirsi alle novità e comprendere la portata della tecnologia nell’evoluzione del nostro lavoro”. Queste le parole dell’ad di Banca Generali, Gian Maria Mossa, durante la tavola rotonda sul fintech al Salone del Risparmio, dialogando di Nft, token e tutta una serie di servizi sempre più protagonisti nel mondo della finanza digitale.

Un intervento nel quale il manager ha toccato i temi relativi alle sfide che attendono il settore finanziario nell’epoca della transizione digitale: dall’evoluzione del fintech al digital banking, dalle criptovalute alle applicazioni della blockchain. D’altra parte negli ultimi dieci anni l’industria del risparmio si è trovata a dover affrontare cambiamenti dirompenti portati dalla tecnologia e dall’arrivo sul mercato di un nuovo segmento di clientela nativa digitale. Oggi quindi l’adozione di modelli di open banking in grado di accogliere al proprio interno servizi fintech non è più una opzione, bensì una necessità per un settore conservatore come quello dei servizi finanziari. Chi però sa cogliere le giuste intuizioni si trova in una situazione di vantaggio competitivo. E un esempio d’eccellenza in questo contesto arriva proprio da Banca Generali, come conferma l’ad Mossa.

Il fintech in Banca Generali

“Noi siamo stati tra i primi a dotarci di una piattaforma di open banking. Già nel 2015 abbiamo messo a disposizione della nostra rete di banker uno strumento in grado di guidare le scelte di pianificazione patrimoniale della clientela oltre la tradizionale sfera finanziaria, guardando anche alle proprietà immobiliari, alla fiscalità, al passaggio generazionale e alla gestione dell’impresa. Per farlo, abbiamo preso il meglio dell’offerta sul mercato e lo abbiamo integrato nel nostro ecosistema digitale così da dar vita a un modello che oggi ci consente di rispondere con puntualità alle necessità dei clienti”.

Il modello adottato da Banca Generali ha guidato il percorso di crescita della private bank controllata dal primo gruppo assicurativo italiano. Oltre agli 84 miliardi di asset gestiti direttamente dalla Banca, infatti, i private banker della rete del Leone prestano i propri servizi di consulenza anche sulla fetta di patrimonio non finanziario detenuto dai clienti. Merito di un’architettura digitale che ha consentito in questi anni a Banca Generali di integrare dati e servizi di partner terzi così da portare la propria offerta oltre i confini del private banking, trainandola verso un vero e proprio modello di digital wealth management.

L’infrastruttura che consente ai private banker di Banca Generali di erogare servizi di proptech o di consulenza all’impresa è però in continua evoluzione, tanto che sta già abbracciando le nuove frontiere del mondo finanziario. Il riferimento è ovviamente al mondo della blockchain e delle criptovalute. Banca Generali è stata infatti la prima banca in Italia a consentire ai propri clienti la piena operatività su un wallet di Bitcoin direttamente dal proprio conto corrente, integrando all’interno del mobile banking i servizi digitali di Conio con vantaggi in termini di sicurezza e trasparenza.

Dal suo lancio a fine febbraio, il servizio – denominato BG Conio – ha richiamato l’interesse di circa 20 mila clienti a conferma di come il mondo delle cripto sia guardato con attenzione anche da una clientela storica- mente più conservativa quale quella private. Alla base dell’interesse ci sono due fattori di vantaggio competitivo. Il primo è legato alla continuità dell’ambiente operativo in cui viene erogato il servizio: il cliente opera dal proprio home banking, gestendo il wallet come una qualunque operazione bancaria. Il secondo è legato agli elevati standard di sicurezza, che portano la banca a de- tenere una terza chiave per conto del cliente, così da aiutarlo a recuperare il wallet qualora questa vada perduta. Questa partnership industriale con la società fondata da Christian Miccoli e Vincenzo De Nicola ha inoltre messo la banca in prima fila nella sperimentazione di nuovi modelli applicativi della blockchain nei servizi finanziari e ha aperto una finestra di dialogo con gli operatori istituzionali sul tema e sulla sua evoluzione in termini di servizi e applicazioni.

“Oggi sia le banche centrali che gli operatori privati stanno studiando lo sviluppo delle opportunità dalle monete digitali. Credo sia molto positivo che anche in Italia gli organismi preposti stiano guardando in chiave costruttiva a questo percorso di innovazione che può aprire a nuove opportunità; pensiamo ad esempio alle applicazioni nei pagamenti o nelle dinamiche di fidelizzazione e creazione di experience sfruttando il mondo dei token” aggiunge ancora Mossa, toccando un tema discusso con attenzione anche al Salone del Risparmio insieme all’influencer Montemagno, con cui sta preparando un ambizioso piano di educazione finanziaria con full immersion anche nel mondo del fintech e Web 3.0.

 

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno 2022 del magazine di Wall Street Italia

 

 

 

 

 

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