(9Colonne) – Roma, 14 mar – Repubblica, La Stampa e il Corriere della Sera intervistano oggi Gino Strada, l’uomo del “contatto umanitario” con i rapitori in Afghanistan del cronista di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, del quale aveva parlato il ministro Massimo D’Alema. “Daniele sta bene, stiamo cercando di dare una mano, io sono ottimista” dice il fondatore di Emergency a Repubblica, appena rientrato a Kabul da Karachi. E aggiunge: “In questa storia chi sa poco parla tanto e chi sa qualcosa non può parlare, ma sia chiaro: noi non facciamo trattative, noi offriamo le nostre conoscenze”. Il chirurgo sottolinea che “certamente non tratterò con nessuno, Emergency metterà a disposizione i suoi contatti, contatti che ci vengono dalla nostra credibilità. Siamo qui dal 1999 e abbiamo 30 cliniche sparse per il paese, senza mai chiedere un soldo a nessuno abbiamo curato un milione e duecentomila afgani su una popolazione di 24 milioni, feriti di guerra, feriti di incidenti stradali e domestici: non c’è famiglia in Afghanistan che non ci conosca”. E precisa: “Aprire canali per noi non è particolarmente difficile, l’attività svolta per anni ci ha abituato ad avere a che fare con la gente, il canale c’è”. Alla Stampa il fondatore di Emergency dice tuttavia di non credere “che sarà una cosa breve” e aggiunge che i rapitori talebani sono “gente rude ma gli ostaggi non li trattano come ad Abu Ghraib”. “Il fatto che in campo ci siano le organizzazioni non governative – nota il Corriere della Sera – fa ritenere che il riscatto possa consistere in forme di cooperazione economica e umanitaria per aiutare la popolazione e rappresentare comunque una sorta di riconoscimento politico”.