(9colonne) – Roma, 15 mar – Roma apre le porte alla matematica. Prende il via oggi il primo Festival della Matematica in Italia e in Europa che si svolge nella capitale fino a domenica prossima e che ospiterà stasera una lezione-spettacolo del premio Nobel Dario Fo, anticipata sulle pagine del Messaggero. “Il Teatro (l’evento nel suo nascere, nel suo farsi e nel suo concludersi) è il Numero di Pitagora – scrive il Premio Nobel -; lo spettatore, che assiste e incamera usando la “macchina della percezione”, è geometria analitica”. “Vorrei spiegare – scrive ancora Fo – cosa siano una prospettiva, uno scorcio, un primo e un secondo piano. Vorrei spiegare che devono rendersi ben conto, quando vanno a teatro, di entrare in un gioco, in una finzione fatta di ‘inganni’ prospettici e di ‘tagli’”. Fo nel testo della sua lezione-spettacolo cita poi a titolo di esempio il teatro napoletano: “C’è il comico e c’è la spalla. La quale, all’osservazione superficiale, può apparire la figura minore, l’interprete di secondo piano. Ebbene, non è quasi mai così. La spalla risulta, il più delle volte, il vero protagonista. Molti si fanno meraviglia leggendo che Arlecchino, nella tradizione della commedia dell’arte, era secondo mamo o secondo ruzante. Eppure, su quelle tavole, era lui il saltatore acrobatico, l’uomo del salto mortale alla rovescia, il mortaretto vivente, lo scroscio, lo scoppio, la luce”. Alla manifestazione dell’Auditorium di Roma, curata da Piergiorgio Odifreddi, partecipano anche i due matematici più famosi del mondo: Andrew Wiles, che nel 1995 ha dimostrato l’Ultimo Teorema di Fermat e John Nash, premio Nobel per l’economia nel 1994 e protagonista della vicenda umana raccontata nel film “A beautiful mind”. Tra gli altri geni matematici presenti sir Michael Atiyah e Alain Connes, medaglie Fields nel 1966 e 1983, Douglas Hofstadter, vincitore del premio Pulitzer nel 1980 per il volume Godel, Escher, Bach (Adelphi, 1984), Benoit Mandelbrot, il cui nome è associato all’insieme caratteristico della teoria dei frattali e il fisico John Barrow, vincitore del premio Templeton per i legami tra la religione e la scienza nel 2006.