Economia

Crisi energetica, la Francia punta sul nucleare e si riprende Edf

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Nel pieno della crisi energetica, la Francia punta sul nucleare e annuncia la completa rinazionalizzazione di Edf, il gigante dell’energia d’Oltralpe. Una scelta quasi obbligata, quella resa nota ieri dal governo d’oltralpe, necessaria per per salvare il gigante dell’energia, carico di debiti aggravati dallo “scudo tariffario” imposto dal governo per calmierare i prezzi dell’elettricità.

I dettagli della nazionalizzazione di Edf

La premier Elisabeth Borne nel suo discorso programmatico davanti ai deputati dell’Assemblée Nationale, dove l’esecutivo non ha più una maggioranza assoluta, ha spiegato:

“Vi confermo l’intenzione dello Stato di possedere il 100% del capitale di Edf. Questa evoluzione consentirà al gruppo di rafforzare la sua capacità di portare avanti al più presto possibile progetti ambiziosi e indispensabili per il nostro futuro energetico”.

Borne ha evocato le “sfide della sovranità “, tornando a premere per “un’Europa più indipendente”, sull’energia e non solo. E, rivolgendosi alle opposizioni, ha lanciato un appello a “costruire insieme” dei “compromessi” per rispondere alle sfide economiche o climatiche. Ma l’appello non solo è caduto nel vuoto, ma ha visto gli avversari del nuovo governo Macron, fresco di rimpasto, insorgere. La premier non ha tuttavia specificato se la nazionalizzazione avverrà attraverso una legge speciale o attraverso un’offerta pubblica per rilevare le quote di minoranza (l’1% è detenuto dai dipendenti e il 15% da azionisti istituzionali e privati).

Edf, di cui lo Stato possiede già l’84%, è una delle maggiori utility europee e si trova al centro della strategia nucleare francese, su cui il governo conta per attutire l’impatto dell’impennata dei prezzi dell’energia. Il gruppo era stato quotato alla Borsa di Parigi nel 2005 a un prezzo di 33 euro per azione. Ieri, il titolo valeva poco meno di 9 euro, dopo un balzo del 14,53% in un giorno.

Gas e nucleare: per l’Europa sono investimenti green

Tutto questo avviene mentre gas e nucleare entrano nella lista degli investimenti sostenibili dellUnione Europea. Il Parlamento europeo, due giorni fa, ha infatti bocciato la risoluzione che proponeva di respingere questa “tassonomia”. Questo vuol dire che  in Europa finanziare il gas e il nucleare sarà considerato green. Hanno votato contro la risoluzione 328 eurodeputati, i voti favorevoli sono stati 278, gli astenuti 33.

Non solo Edf: Germania al lavoro su salvataggio Uniper

Mentre la Francia nazionalizza Edf,  secondo indiscrezioni stampa insistenti,  il governo tedesco si starebbe preparando a un possibile ingresso nel capitale dell’utility tedesca Uniper, il più grande acquirente di gas russo della Germania. La scorsa settimana Uniper è stata la prima azienda energetica tedesca a lanciare l’allarme per la scarsità di gas e l’impennata dei prezzi, dichiarando di essere in trattative per un possibile salvataggio da parte del governo.

Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, Berlino starebbe valutando la possibilità di acquisire un pacchetto di nuove azioni per un massimo del 25% di Uniper al valore nominale di 1,70 euro per azione e sta discutendo anche di una possibile “silent partnership“, uno strumento azionario senza diritti di voto. Il valore dell’operazione potrebbe essere compreso tra i 3 e i 5 miliardi di euro.