Il 2006 si chiude con un aumento del nostro export verso la Russia del 24,1 per cento, mentre il nostro import registra un lieve rallentamento (15,6 per cento), in seguito ai fattori climatici e a un minor fabbisogno energetico. Lo si legge in una nota di Assocamerestero, secondo cui i due settori di punta del nostro export si confermano i macchinari, che fanno registrare un più 28,5 per cento, i prodotti tessili e dell’abbigliamento (più 17,2 per cento). E’ anche vero che tuttora esistono difficoltà per le nostre aziende dovute principalmente alle nuovi leggi russe sulla certificazione ed etichettatura di alcuni prodotti, al regime doganale russo e alla presenza di molte tasse locali. Per il presidente della Camera di commercio italo-russa, Rosario Alessandrello, “Mosca non intende più accettare le manovre dei Governi occidentali che, negli anni successivi al crollo dell’Unione sovietica, hanno approfittato della debolezza politica ed economica della Russia per ridurre la presenza di Mosca nelle sue tradizionali zone di influenza nel mondo. La situazione è cominciata a cambiare a favore della Russia negli ultimi due anni, quando i prezzi del petrolio sono aumentati di oltre tre volte. Nel 2006, l’export di prodotti energetici ha garantito un surplus di bilancio di oltre 80 miliardi di dollari nel 2006, pari a circa l’8,1 per cento del Pil. Per il futuro – prosegue l’esperto – un numero maggiore di investitori baserà l’organizzazione del proprio business sul rafforzamento delle relazioni personali e private con la sempre più potente burocrazia russa”. Per attrarre investimenti, Mosca crea le Zone Economiche Speciali, che offrono agli investitori agevolazioni fiscali, vantaggi doganali e particolari condizioni per l’utilizzo dei terreni. Negli ultimi anni sono sottoscritti 20 protocolli di intesa per lo sviluppo della collaborazione tra regioni russe e italiane. Il volume totale degli investimenti italiani nella Federazione russa dal 1990 al 2005 è pari a circa 1,4 miliardi di dollari. La somma degli investimenti italiani dei primi sei mesi del 2006 è di 553 milioni di dollari, di cui 386 milioni costituiscono investimenti diretti. La maggior parte degli investimenti riguarda l’industria siderurgica e metallurgica, seguite dall’industria dei materiali edili.