Il mercato si è mostrato molto freddo all’indomani del capital market day di Tim. Le vendite arrivano il giorno seguente ai dettagli forniti dal ceo, Pietro Labriola, sull’imminente addio al modello di integrazione verticale, con i vantaggi regolatori che comporterebbe, e la divisione in quattro rami del gruppo: Tim Consumer, Tim Enterprise (cloud, cybersecurity e IoT), NetCo e Tim Brasil.
Senza dimenticare il fronte caldo del negoziato con Cdp sul progetto rete unica, opzione che resta la preferita “solo se eseguita a condizioni vantaggiose”. In caso contrario scatterebbe un piano B, che prevede, tra le opzioni, l’apertura a investitori privati (compreso il fondo di private equity Kkr).
Secondo gli analisti di Banca Akros, sono emerse “poche informazioni incrementali dalla presentazione del management, che suggerisce in ogni caso un forte impegno a estrarre valore dalle azioni messe in campo dalla società”. Un taglio alla forza lavoro è inevitabile, ma più contenuta rispetto alle previsioni sindacali. Saranno circa 5.000-6.000 le persone previste in uscita da qui al 2024, come affermato da Labriola.
Analisi tecnica del titolo Tim
Dopo un inizio di sessione negativo, il titolo Tim ha recuperato, chiudendo la sessione di oggi in rialzo dello 0,74%. Molto bene anche il FTSE MIB. Lo status di medio periodo ribadisce una connotazione negativa. Tuttavia, analizzando il grafico a breve termine, si evidenzia un andamento meno intenso della linea ribassista che potrebbe favorire uno sviluppo positivo del titolo verso l’area di resistenza individuata a quota 0,2620.
Eventuali spunti rialzisti supportano l’obiettivo del top del range di prezzo, in cui si trova il titolo attualmente, a 0,2650; in caso di forte pressione rialzista il target successivo è a 0,28. Il supporto principale è in zona 0,25.