Economia

I risparmiatori italiani? Più consapevoli e aperti ai private market. Lo dice Schroders

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Più consapevoli del proprio ruolo sociale e più aperti ai mercati privati: questa la fotografia dei risparmiatori italiani scattata dallo Schroders Global Investor Study 2022, indagine annuale condotta da Schoroders su oltre 23.000 persone in 33 paesi. Secondo lo studio, in Italia il 93% dei soggetti che si definiscono investitori “avanzati/esperti” ritiene che il ruolo di azionisti dovrebbe conferire loro la possibilità di influenzare le società detenute in portafoglio (95% a livello globale), contro il 60% (69% il dato globale) degli investitori “principianti/inesperti”. Secondo Stuart Podmore, investment propositions director di Schroders:

“Questa ricerca dimostra l’aspirazione crescente degli investitori con qualsiasi livello di competenza ad esprimere il proprio parere, se le aziende non sono in grado di giustificare le proprie azioni. Se la pandemia ci ha insegnato qualcosa, è che le aziende, così come i governi, sono più che mai sotto esame per mitigare i rischi ambientali, sociali e di governance in modo sostenibile. L’aspetto più interessante della nostra ricerca di quest’anno è che i rischi a livello sociale e di governo d’impresa stanno iniziando a salire nella scala delle priorità degli investitori. Una maggiore conoscenza degli investimenti sembra accrescere la fiducia degli investitori nel sostenere il processo decisionale delle aziende. In qualità di gestore attivo e di custode dei patrimoni dei nostri clienti, ci impegniamo a portare avanti attività di ingaggio costante per loro conto, con l’obiettivo di generare migliori risultati di investimento”.

Risparmiatori italiani sempre più interessati ai private asset

Lo studio indica che i risparmiatori si sentono più sicuri a scegliere investimenti che in precedenza potevano essere considerati fuori portata. Un esempio particolare è rappresentato da investimenti che rientrano nella categoria dei private asset (ossia su asset non quotati), con il 40% degli investitori italiani che si sente in grado di accedere alla microfinanza (42% il dato globale), il 38% agli investimenti immobiliari (45% il dato globale) e il 34% al private equity (47% il dato globale).

La ricerca rivela inoltre che ben il 57% dei risparmiatori italiani investe già o intende investire in futuro nei private market. I motivi? Il 52% degli investitori sottolinea il ruolo di diversificazione di tali strumenti, il 40% indica la minore volatilità e un profilo rischio/rendimento interessante, mentre il 39% evidenzia la capacità dei mercati privati di generare rendimenti attraenti e decorrelati nell’attuale contesto macroeconomico.

Dalla ricerca di Schroders inoltre emerge che gli Eltif (European Long Term Investment Funds) rappresentano oggi la via più agevole per gli investitori interessati al mondo dei mercati privati. Ben l’86% degli investitori italiani infatti prenderebbe in considerazione la possibilità di investire in asset privati attraverso un Eltif se questa soluzione fosse proposta da un consulente finanziario, che darebbe loro più sicurezza nell’utilizzare uno strumento che investe in un ambito così sofisticato.

Tuttavia, all’interno dei mercati privati, alcune specifiche classi di investimento sono ancora percepite come complesse e richiedono un maggiore supporto da parte di gestori e consulenti finanziari per potervi accedere.

In Italia tutto ciò è particolarmente vero per il private equity, dove gli investitori sono più propensi a investire attraverso un prodotto offerto da parti terze, come un fondo comune (50% – 38% il dato globale), piuttosto che direttamente (34% – 47% il dato globale). Anche in questo caso, tuttavia sussiste un divario tra gli investitori con competenze finanziarie diverse. In Italia, ben il 44% degli investitori “avanzati/esperti” si sente in grado di investire nel private equity, a fronte di un mero 17% per gli investitori “principianti/inesperti”.

Il divario esistente tra investitori con competenze finanziarie diverse è confermato anche dal dato relativo alla percezione della propria capacità di prendere le giuste decisioni di investimento per il proprio futuro. Il 70% degli investitori “avanzati/esperti” italiani (82% il dato globale) ritiene di avere conoscenze sufficienti per prendere decisioni di investimento per il proprio futuro finanziario, mentre solo il 18% degli investitori “principianti/inesperti” (26% il dato globale) si sente abbastanza informato per farlo.

“Oltre ai vantaggi della diversificazione, i portafogli misti consentono agli investitori individuali di superare la barriera dell’illiquidità che ha impedito loro di investire nei mercati privati su larga scala. Continueremo a innovare la nostra proposta per aiutare i singoli investitori, le banche private e i piani pensionistici a contributo definito ad accedere alle aree più interessanti dei mercati privati”, ha concluso Georg Wunderlin, global head of private asset di Schroders Capital.