Economia

Il Sudafrica regolamenterà le criptovalute entro il 2023

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La South African Reserve Bank (Sarb) introdurrà regolamenti il ​​prossimo anno che vedranno le criptovalute classificate e trattate come attività finanziarie, per bilanciare la protezione degli investitori e l’innovazione.

In Sudafrica si stima che circa il 13% della popolazione possieda una qualche forma di criptovaluta, secondo una ricerca dell’exchange globale Luno. Con oltre 6 milioni di persone nel paese che hanno esposizione nel mercato delle criptovalute, la regolamentazione è stata a lungo oggetto di discussione.

Come saranno regolamentate le criptovalute?

Le aziende o le persone che desiderano fornire consulenza o servizi di intermediazione che coinvolgono criptovalute devono attualmente essere riconosciute come fornitori di servizi finanziari. Ciò comporta il rispetto di una serie di controlli, per conformarsi alle linee guida globali stabilite dalla task force finanziaria.

La revisione del bilancio del Tesoro nazionale sudafricano pubblicata nel febbraio 2022 ha formalmente classificato le criptovalute come prodotti finanziari. Lo stato prevede inoltre di migliorare il monitoraggio e la segnalazione delle transazioni di criptovalute per conformarsi alle normative sugli scambi nel paese.

Il vice governatore della South African Reserve Bank, Kuben Chetty, ha ora confermato che la nuova legislazione sarà introdotta nei prossimi 12 mesi, parlando in una serie online ospitata dalla società di investimento locale PSG martedì scorso. Ciò vedrà le criptovalute rientrare nell’ambito del Financial Intelligence Center Act (FICA).

Ciò è significativo, in quanto consentirà di monitorare il riciclaggio di denaro, evasione fiscale e finanziamento del terrorismo, che è stato un sottoprodotto fortemente dibattuto della natura decentralizzata di criptovalute e blockchain.

Chetty ha evidenziato la strada che la Sarb intraprenderà nei prossimi 12 mesi per introdurre questo nuovo contesto normativo. In primo luogo, la classificazione delle criptovalute come un prodotto finanziario consente la loro quotazione come programma ai sensi della legge sul Financial Intelligence Center.

Successivamente, sarà sviluppato un quadro normativo per gli scambi che includerà determinati requisiti di Know Your Customer (KYC), nonché la necessità di soddisfare le leggi fiscali e di controllo dei cambi. Gli scambi dovranno inoltre emettere un “avviso sanitario” per evidenziare il rischio di perdere denaro.

Chetty ha osservato che l’atteggiamento della Sarb nei confronti del settore è cambiato in modo significativo nell’ultimo decennio. Circa cinque anni fa l’istituto pensava che non fosse necessario alcun controllo normativo, ma ha gradualmente rivisto la sua posizione:

“Secondo tutte le definizioni, le criptovalute non sono una valuta, ma una risorsa. È qualcosa che è commerciabile, è qualcosa che si crea. Alcuni hanno il supporto, altri no. Alcuni possono avere una vera e propria attività economica di base”.

Il vice governatore ha insistito sul fatto che la Sarb non considerava le criptovalute come una forma di valuta, vista l’impossibilità del loro uso quotidiano al dettaglio e la loro volatilità.

L’introduzione di una CBDC

Chetty ha convenuto che il continuo interesse per le criptovalute crea la necessità di regolamentare il settore e facilitarne la fusione con la finanza tradizionale “in un modo che bilancia l’entusiasmo e il clamore con la protezione degli investitori richiesta”.

La Sarb continua inoltre a esplorare la possibile introduzione di una valuta digitale della banca centrale (CBDC), avendo recentemente completato un proof-of-concept tecnico nell’aprile 2022. La seconda fase del progetto Khokha prevedeva l’utilizzo di un sistema basato su blockchain per la compensazione e il trading, oltre all’accordo con un gruppo di banche che fa parte dell’Intergovernmental Fintech Working Group (IFWG).