La crescita della domanda di energia elettrica rallenterà significativamente nel 2022. Dopo che la domanda globale è cresciuta di un forte 6% nel 2021, spinta dalla rapida ripresa economica e dall’allentamento delle restrizioni anti Covid-19, gli esperti dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea) prevedono infatti che la crescita rallenterà al 2,4% nel 2022, più o meno come la media dal 2015 al 2019. Un calo che riflette il rallentamento della crescita economica globale, l’aumento dei prezzi dell’energia in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le nuove restrizioni in materia di salute pubblica, in particolare in Cina.
Il rovescio della medaglia è che la tensione dei mercati del gas naturale favorisce le centrali elettriche a carbone. A causa dei prezzi elevati del gas e dei vincoli di fornitura, il carbone sta sostituendo il gas naturale per la produzione di energia elettrica nei mercati con capacità inutilizzata, in particolare nei Paesi europei che stanno ritardando i piani di eliminazione graduale del carbone e hanno revocato le restrizioni precedentemente imposte al carbone.
A livello globale, si prevede che l’uso del carbone per l’energia elettrica aumenterà leggermente nel 2022, poiché la crescita in Europa è bilanciata dalla contrazione in Cina, a causa della forte crescita delle fonti rinnovabili e di un aumento solo modesto della domanda di elettricità, e negli Stati Uniti, a causa dei vincoli sull’offerta e sulla capacità delle centrali a carbone. L’energia elettrica da gas dovrebbe diminuire del 2,6%, poiché i cali in Europa e in Sud America superano la crescita in Nord America e in Medio Oriente. Su tutto, le energie rinnovabili crescono più rapidamente della domanda e sostituiscono i combustibili fossili. Keisuke Sadamori, direttore della Iea per i mercati energetici e la sicurezza, ha spiegato:
“Il mondo è nel mezzo della prima vera crisi energetica globale, innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, e il settore elettrico è uno dei più gravemente colpiti“, ha affermato. Ciò è particolarmente evidente in Europa, che sta attraversando una grave turbolenza del mercato energetico, e nelle economie emergenti e in via di sviluppo, dove le interruzioni dell’approvvigionamento e l’impennata dei prezzi del carburante stanno mettendo a dura prova i fragili sistemi energetici e provocando blackout. I governi devono ricorrere a misure di emergenza per affrontare le sfide immediate, ma devono anche concentrarsi sull’accelerazione degli investimenti nelle transizioni energetiche pulite come risposta più efficace e duratura alla crisi attuale”.
Il futuro dell’energia
L’Europa si sta preparando a ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili russi accelerando la transizione verso l’energia pulita. L’attuazione del piano REPowerEU della Commissione europea accelererebbe notevolmente la diffusione delle energie rinnovabili nei prossimi anni, raddoppiando la loro quota nel consumo finale lordo di energia dell’UE dal 2020 al 2030 e riducendo significativamente l’uso di combustibili fossili. La continua crisi dei prezzi dell’energia sta alimentando il dibattito sulla progettazione del mercato all’ingrosso dell’elettricità, mentre i governi cercano di ammortizzare i prezzi elevati dell’elettricità con diversi regimi di sostegno.
Per il 2023 permangono grandi incertezze. A partire dalla metà del 2022, affermano gli analisti, ci aspettiamo che la crescita della domanda globale di elettricità nel 2023 si mantenga su un percorso simile a quello di quest’anno. Una forte crescita dell’8% delle fonti rinnovabili e la ripresa della produzione nucleare potrebbero sostituire parte dell’energia da gas e carbone, con una conseguente riduzione dell’1% delle emissioni di anidride carbonica del settore elettrico.