Buone notizie sul fronte della crisi del gas. A dispetto delle attese, Mosca ha ripreso oggi le consegne di gas all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1, che collega la Russia alla Germania, dopo i lavori di manutenzione. La notizia sta facendo scendere le quotazioni del gas d Amsterdam: in mattinata, il prezzo scende a 149 euro al megawattora, con una flessione del 3,9%, portandosi ai livelli di inizio luglio.
Tutto bene, quindi? Non proprio. Le forniture trasportate dal gasdotto del Baltico – principale rotta di esportazione per Gazprom in Europa – non solo non sono tornate al 100% (il portavoce di Nord Stream AG ha affermato che ci vorrà del tempo per raggiungere i consueti livelli di trasporto del gas e che ora sono pari al 40 per cento), ma rischiano di diventare ancora più scarse di quanto non fossero prima dei lavori, se non addirittura di azzerarsi di nuovo.
Da settimane, ormai, l’azienda energetica statale russa Gazprom cita questioni tecniche e di manutenzione per giustificare la riduzione delle forniture di gas naturale. La questione dei pezzi di ricambio bloccati dalle sanzioni è stata citata anche dal presidente russo Vladimir Putin, che ieri ha detto che il flusso di gas rischia di subire una nuova flessione del 20% già dalla prossima settimana.
Ricordiamo che Nord Stream aveva interrotto le forniture l’11 luglio scorso per lavori di manutenzione programmata, terminati oggi. Il flusso di gas russo verso l’Europa, tuttavia, era già diminuzione da settimane, e le autorità europee avevano temuto che la Russia avrebbe approfittato della scusa della manutenzione per interrompere del tutto le forniture.
Commissione presenta piano razionamento gas, Spagna contraria
Ieri intanto la Commissione europea, in vista di ulteriori tagli alle forniture russe, ha presentato un piano per ridurre l’uso di gas del 15% in Europa dall’1 agosto 2022 al 31 marzo 2023. . Tutti i consumatori, le pubbliche amministrazioni, le famiglie i proprietari di edifici pubblici, i fornitori di energia e l’industria – riporta la nota – “possono e dovrebbero compiere azioni per risparmiare gas”.
Un piano che non convince governo spagnolo perché non è considerato né “giusto” né “efficace”. “La Spagna non appoggia questa proposta” ha dichiarato la ministra della Transizione ecologica Teresa Ribera. “Ci opporremo all’imposizione di obblighi che sono al di sopra, in termini di sforzi, a quello che ci corrispondono”.
La proposta della Commissione Ue è di una riduzione in prima istanza volontaria da parte degli Stati membri, ma che può diventare obbligatoria nel momento in cui ci fosse una situazione di allerta per una grave carenza di gas o per un livello molto elevato dei consumi.