Il vaiolo delle scimmie entra tra le emergenze sanitarie globali. Il punto sulla situazione in Italia
Il vaiolo delle scimmie – in inglese Monkeypox – preoccupa sempre di più l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha annunciato di aver inserito la malattia nella lista delle emergenze sanitarie globali, dopo aver colpito quasi 17 mila persone in 74 Paesi, secondo quanto rilevato dai Centri Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). La decisione è stata comunicata lo scorso weekend dal direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Ho deciso di dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale“, ha affermato il direttore generale dell’Oms, precisando che il rischio nel mondo è relativamente moderato, a parte in Europa dove è alto.
Il numero uno dell’Oms ha inoltre detto che il comitato di esperti non è riuscito a raggiungere un consenso, rimanendo diviso sulla necessità di attivare il massimo livello di allerta. Alla fine, è spettato al direttore generale decidere. In 11 anni è la settima volta che l’Oms ricorre a questa scelta: la prima fu nel 2009 con la cosiddetta influenza H1N1, poi nel 2014 con la poliomielite, ancora nel 2014 e poi nel 2019 con ebola, in mezzo nel 2015 con Zika e nel 2019 con 2019 con il coronavirus.
Europa epicentro dei contagi, in Italia 407 casi
L’Europa si conferma epicentro dei contagi: 10.604 secondo l’ultimo bollettino congiunto del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc) e dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms (dati al 19 luglio).
In Italia, dove finora “sono stati registrati 407 casi con tendenza alla stabilizzazione”, afferma il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, “la situazione è sotto costante monitoraggio, ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi”.
“Non è una malattia eccessivamente pericolosa, però i numeri sono importanti”, aggiunge Carlo Signorelli, docente di Igiene e salute Pubblica dell’Istituto San Raffaele di Milano. “L’Oms ragiona con una logica di attivare i sistemi di sorveglianza in modo da non farsi cogliere impreparata da qualche variante”.
Intanto l’Unione Europea si è assicurata altre 54.530 dosi del vaccino contro il vaiolo delle scimmie, portando a 163.620 il numero totale di dosi acquistate per gli Stati membri. Inoltre il comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea del farmaco ha raccomandato di estendere l’indicazione del vaccino contro il vaiolo Imvanex anche per includere l’uso per la protezione degli adulti dal vaiolo delle scimmie.
“I dati epidemiologici dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto. E’ urgente raccomandare la vaccinazione e altri provvedimenti preventivi a queste persone”, ha scritto su Facebook Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.