S&P conferma il rating sull’Italia ma rivede l’outlook. Pesa l’incertezza politica
Standard & Poor’s Global Ratings (S&P Global Ratings) ha tagliato l’outlook sulla classificazione BBB/A-2 del debito italiano da “positivo” a “stabile”, sottolineando “i rischi per le riforme” legati alla caduta del governo Draghi. L’agenzia di rating ha comunque confermato il giudizio sul debito sovrano dell’Italia. S&P Global Ratings motiva così il taglio dell’outlok sull’Italia da positivo a stabile:
“A nostro avviso gli sviluppi legati alla crisi di governo potrebbero spostare l’attenzione dalle riforme chiave e pesare ulteriormente sulla fiducia e sulla crescita in un momento di grande incertezza e di aumento dell’inflazione nell’economia globale ed europea. Ciò potrebbe compromettere la tempestiva attuazione delle tappe e degli obiettivi da cui dipendono i fondi Ue per la resilienza e la ripresa dell’Italia, che equivalgono al 7,6% del Pil”
La decisione è dettata principalmente dagli ultimi sviluppi politici con le dimissioni del governo Draghi e lo scioglimento anticipato delle Camere con elezioni indette per il prossimo 25 settembre. L’incertezza politica che potrebbe spostare “l’attenzione da riforme chiave e pesare ulteriormente sulla fiducia e sulla crescita in un momento di elevata incertezza”, dice S&P.
In generale l’outlook stabile (da positivo) riflette i rischi per l’economia e le finanze pubbliche italiane derivanti da un rallentamento o un’inversione nell’attuazione di riforme critiche, comprese quelle legate agli esborsi programmati del Piano nazionale ripresa e la resilienza (PNRR). La revisione delle prospettive riflette anche la combinazione di elevata inflazione e rischi per l’approvvigionamento energetico dell’Italia, che rendono difficile prevedere l’andamento futuro delle finanze pubbliche e dell’economia.
S&P pronta ad alzare il rating, ecco a quali condizioni
S&P si dice pronta ad alzare il rating nel caso il prossimo governo procedesse con l’attuazione delle riforme e continuasse il percorso di graduale risanamento di bilancio per far fronte all’elevato indebitamento. Di contro, i rating potrebbero subire pressioni se l’economia italiana dovesse cadere in una recessione prolungata, portando a un peggioramento dei risultati fiscali. “Uno shock inflazionistico prolungato, insieme a una crescita debole, metterebbe a rischio anche le finanze pubbliche italiane e, di conseguenza, i rating”, sottolinea l’agenzia di rating.
S&P prevede un deficit di bilancio al 6,3% del Pil
Per l’anno in corso, S&P prevede un deficit di bilancio delle amministrazioni pubbliche pari al 6,3% del Pil, valore stimato supponendo che le misure introdotte alla fine del 2021 per mitigare lo shock energetico rimangano in vigore almeno fino alla fine di quest’anno. L’agenzia di rating inoltre evidenzia come l’aumento dei prezzi dell’energia abbia spinto l’inflazione ai massimi da 30 anni, complicando gli sforzi della Bce per normalizzare la politica monetaria. S&P Global rating ricorda però che “l’elevata inflazione fornisce alcuni benefici fiscali ed è legata alla proiezione da parte di S&P di un forte calo del debito sul Pil quest’anno”.