Come da attese, la Fed oggi ha deciso di alzare i tassi di 75 punti base. Si tratta del secondo aumento consecutivo dei tassi, dopo quello di pari entità del 15 giugno scorso. Con quest’ultima mossa, la Fed ha portato il tasso di riferimento per i prestiti overnight a un intervallo compreso tra il 2,25% e il 2,5%. L’aumento porta il tasso sui fed fund al livello più alto dal dicembre 2018. Le decisioni di giugno e luglio rappresentano i maggiori aumenti consecutivi dei tassi da quando la Fed ha iniziato a utilizzare il tasso sui fondi overnight come principale strumento di politica monetaria all’inizio degli anni ’90.
Da sottolineare l’unanimità della decisione della Fed. Hanno infatti votato a favore del rialzo dei tassi tutti i membri del Fomc presenti, ossia: Jerome H. Powell, presidente, John C. Williams, vicepresidente, Michael S. Barr, Michelle W. Bowman, Lael Brainard, James Bullard, Susan M. Collins, Lisa D. Cook, Esther L. George, Philip N. Jefferson, Loretta J. Mester e Christopher J. Waller. E’ stata convinta pertanto anche la presidente della Fed di Kansas City, Esther George, che nel giugno scorso aveva dissentito, sostenendo un percorso più lento con un aumento di mezzo punto percentuale.
I mercati si aspettavano in gran parte la mossa, dopo che i funzionari della Fed avevano anticipato l’aumento dalla riunione di giugno in poi. Il governatore della Fed, Jerome Powell, a più riprese ha sottolineato l’importanza di ridurre l’inflazione, anche a costo di rallentare l’economia.
Le prossime mosse della Fed
Il comitato di politica monetaria della Fed (Fomc) prevede che saranno opportuni ulteriori aumenti dei tassi. Inoltre, “continuerà a ridurre le proprie disponibilità di titoli del Tesoro, di titoli di debito e di titoli garantiti da ipoteca, come descritto nei piani di riduzione delle dimensioni del bilancio della Federal Reserve pubblicati a maggio”, spiega la Fed in una nota.
Il Fomc ha ribadito il suo forte impegno a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2% (attualmente è al 9,1% in Usa, dato record dal 1981), oltre che a raggiungere la massima occupazione. Al contempo, si è detto disposto a valutare i dati sulle prospettive economiche. In tal senso, si è detto “pronto ad adeguare l’orientamento della politica monetaria nel modo più appropriato se dovessero emergere rischi che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del comitato. Le valutazioni del comitato terranno conto di un’ampia gamma di informazioni, tra cui i dati sulla salute pubblica, le condizioni del mercato del lavoro, le pressioni e le aspettative inflazionistiche e gli sviluppi finanziari e internazionali”.
Ora i mercati si aspettano che la Fed aumenti i tassi di almeno mezzo punto percentuale a settembre. Staremo a vedere.