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Nel giardino dell’Eden

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I designer israeliani presentano a Milano nuovi pezzi iconici: è la storia di un uomo e una donna, due architetti, sbarcati sulla magica isola della creazione

A cura di Margherita Calabi

In occasione della Milano Design Week 2022, l’artista israeliano Gal Gaon ha presentato presso la galleria Nilufar due creazioni uniche della collezione Eden, realizzata con Irene Goldberg. Dei pezzi iconici nati come una successione di capitoli che si evolvono nel tempo: è la storia di un uomo e una donna, due architetti, sbarcati sulla magica isola della creazione.

I designer Gal Gaon  e Irene Goldberg

Qual è stata l’ispirazione iniziale dietro a questo progetto?
Irene Goldberg: “Ci conosciamo da tempo, ma siamo diventati una coppia solo qualche anno fa. Entrambi amiamo il design ed entrambi creiamo oggetti unici, ognuno con un approccio distinto e originale. Questo progetto unisce le nostre visioni, diverse ma complementari”.
Gal Gaon: “Tutto è nato da una conversazione, una sera, mentre bevevamo un bicchiere di vino. Ci siamo chiesti: perché non progettiamo una collezione insieme? Irene ha un tocco molto lineare, rigoroso, maschile. Io ho un approccio più femminile: nel mio design tutto è tondo, morbido, non ci sono linee rette. È stata come una storia d’amore tra due persone, due forme che si uniscono. Il nostro design è molto scultoreo, questo è il comune denominatore. Le nostre creazioni Tree of knowledge e Tree of life, ci ricordano la storia di Adamo ed Eva”.
Irene Goldberg: “È un dialogo tra due forme, due persone. È il nostro Eden, è come vediamo il mondo”.
Gal Gaon: “È un momento in cui natura e umanità si incontrano, un riflesso di ciò che sta accadendo oggi: stiamo iniziando a realizzare l’importanza della natura in relazione all’uomo, due elementi che dovrebbero rispettarsi e coesistere. Il nostro piccolo Eden è un riflesso del giardino dell’Eden universale”.

Com’è stato lavorare insieme a questo progetto? Qual è stata la parte più stimolante?
Irene Goldberg: “È stato molto divertente, è stato un brainstorming di idee, una continua evoluzione”.
Gal Gaon: “Ci siamo spinti verso nuovi confini, lavorare con Irene ha cambiato la mia prospettiva. Questo progetto ci ha dato l’opportunità di creare qualcosa di unico, una collezione di 12 pezzi che può diventare qualcosa di ancora più grande. Abbiamo piantato i semi da cui potrà nascere una foresta. Nel nostro lavoro utilizziamo tecnologie avanzate, ma trasformiamo poi i nostri pezzi in artigianato utilizzando materiali naturali per tornare a un mondo con un tocco più umano”.

Tree of life, scultura in rovere bianco di Gal Gaon; a sinistra, Tree of knowledge, libreria di Irene Goldberg in ottone lucidato a specchio, Eden Collection

Cosa significa per voi la parola ‘creatività’?
Gal Gaon: “Mi sono innamorato da subito della creatività di Irene. Quando la osservo lavorare, concentrarsi, mi chiedo sempre: da dove deriva tutta questa magia? Creatività vuole dire essere allineato con il proprio linguaggio interiore e riuscire a rappresentarlo perfettamente in forma concreta. Mihaly Csikszentmihalyi diceva che il flusso creativo è una condizione di totale coinvolgimento: è esattamente così”.
Irene Goldberg: “La creatività è la parte più importante del nostro lavoro e della nostra vita. Come donne, quando abbiamo dei figli, creiamo qualcosa di straordinario. In ogni aspetto della nostra vita abbiamo la possibilità di creare”.
Gal Gaon: “La magia dell’essere umano è il saper creare. Creiamo pensieri che si trasformano in idee e diventano storie”.

Tre parole per descrivervi a vicenda…
Irene Goldberg: “Gal è bellissimo, fantasioso, ha una personalità straordinaria”.
Gal Gaon: “Irene ha una bellezza interiore unica, una creatività rara e un’anima molto generosa”.

Tavolo da pranzo in quercia di Gal Gaon, Eden Collection

Qual è l’aspetto più divertente del vostro lavoro?
Irene Goldberg: “Non è il momento in cui un pezzo viene prodotto, ma è il momento in cui lo visualizzi nella testa, quando lo immagini per la prima volta”.
Gal Gaon: “Vedere la reazione delle persone, quello che suscita in loro una mia creazione, è qualcosa che mi sorprende sempre”.

A quali artisti vi ispirate?
Gal Gaon: “James Turrell, per la sua arte astratta; Constantin Brâncuși per le sue forme di straordinaria bellezza e i dipinti di Joan Miró. Ettore Sottssas è stato un padrino per me, era un buon amico di mio padre. Quando, 30 anni fa, ho visitato il suo studio per la prima volta, ho visto creatività ovunque. Mi sono detto: questo è quello che voglio fare”.
Irene Goldberg: “L’ispirazione cambia nel tempo. La mia infanzia in Venezuela ha definito la mia personalità, mio padre era architetto e mi ha insegnato molto di quello che so. Il design pulito e semplice di Tel Aviv è sempre un’ispirazione, così come l’approccio modernista, con le sue linee rette. Infine, le supereroine del design, da Eileen Gray a Charlotte Periand”.

Quali sono le tre cose che portereste da Milano a Tel Aviv e viceversa?
Gal Gaon: “Da Milano a Tel Aviv, lo stile italiano e il patrimonio culturale. Da Tel Aviv a Milano, il mare e la creatività della cucina israeliana, che è davvero unica. E poi la bellezza, ma la bellezza la si trova in entrambi i luoghi”.