di Leopoldo Gasbarro e Giulio Visigalli
La situazione macroeconomica della Cina è tra le peggiori degli ultimi anni. La disoccupazione aumenta, le imprese sono in difficoltà, così come il settore immobiliare. E’ alle porte il prossimo congresso del Partito Comunista. Il presidente Xi Jinping punta a farsi confermare nel ruolo di guida del Paese, trasformando il suo mandato da temporaneo a “vita intera”. Ma il contesto economico non lo favorisce: il Pil sale, ma a ritmi non soddisfacenti e non sufficienti. Si fa strada il malumore popolare cresce, così come la forza di chi, magari all’opposizione, vorrebbe prendere il posto di Xi. Al presidente occorre che il popolo cinese sposti la sua attenzione su altro e che si senta nuovamente orgoglioso, forte e invincibile.
Nancy Pelosi è folle?
A leggere i giornali di mezzo mondo Nancy Pelosi sarebbe una pazza guerrafondaia. La terza carica più alta degli Stati Uniti con il suo viaggio a Taiwan ha attirato le ire di Xi Jinping e le polemiche di mezzo mondo. Nancy Pelosi è davvero folle e incapace di capire le conseguenze del suo gesto? Se così fosse, bisognerebbe toglierle subito il suo ruolo. Eppure, la sua carriera politica è sempre stata fondata su sani principi. E’ stata la prima donna a ricoprire ruoli importanti negli Usa. E non è una guerrafondaia: si è opposta alla militarizzazione del Paese, anche solo per scopi difensivi, ed è sempre stata in prima linea a sostenere idee e principi di valore. Nancy Pelosi non è folle. Ma allora perchè si è recata a Taiwan?
Le connessioni tra Cina e Stati Uniti
All’inizio del 2021 gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale per la Cina, che a sua volta costituisce la principale destinazione di beni statunitensi. La Cina è il più grande esportatore mondiale in termini di valore: nel 2021 ha esportato merci in tutto il mondo per un valore di 3.026 trilioni di dollari. Gli Stati Uniti rappresentano il 17,2% delle esportazioni totali della Cina, per un controvalore che nel 2021 è stato pari a 521 miliardi di dollari, confermandosi il primo partner commerciale per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti importano dalla Cina più di quanto esportino, e di contro la Cina esporta negli Stati Uniti più di quanto importi da essi.
Inoltre, 1.100 miliardi del debito pubblico americano totale (pari a 29.000 miliardi di dollari) è nelle mani della Cina. Si tratta di una cifra importante, tenendo conto che in tutto 7.000 miliardi del debito pubblico americano sono in mani straniere. Ricordiamo che l’Italia detiene circa 45 miliardi di dollari del debito pubblico americano.
Infine, circa 270 società cinesi sono quotate su borse americane, per una capitalizzazione cumulata di circa 1.000 miliardi di dollari.
Perché Pelosi si è recata in visita a Taiwan?
Prima abbiamo detto che Pelosi non è folle. Poi abbiamo visto che Cina e Usa non hanno alcun interesse a entrare in guerra. Al contempo, senza la visita di Pelosi, Xi Jinping non avrebbe avuto pretesti per polemizzare contro gli Usa. Polemiche i cui toni salgono di giorno in giorno, distogliendo l’attenzione mondiale dalla guerra in Ucraina. Ma torniamo alla domanda iniziale e trasformiamola da “Perchè Pelosi è andata a Taiwan?” in “Chi ci guadagna dal suo viaggio a Taiwan?” Dagli Stati Uniti hanno detto che l’obiettivo era quello di far capire alla Cina che Taiwan non fosse sola. Questo era il vero obiettivo di Pelosi. Ma è solo questo? In realtà, il suo viaggio ha rappresentato per Xi Jinping il migliore pretesto per avviare una vera e propria campagna militare a Taiwan.
Chi ci guadagna dalla visita di Pelosi a Taiwan?
Senz’altro Xi Jinping: osservando la reazione cinese alla visita di Pelosi, ora il popolo di Pechino si sente orgoglioso, forte e invincibile. Parallelamente, Xi sta concentrando l’attenzione del suo popolo su temi diversi crescita economica e parametri finanziari, che non stanno andando bene. E gli Stati Uniti? Anche a loro conviene, in termini di credibilità. La determinazione con cui Pelosi ha tenuto testa alle minacce cinesi atterrando comunque a Taiwan pone lei e il suo Paese in una condizione di forza non solo verso la Cina, ma più in generale verso il resto del mondo, che pare già vivere una terza guerra mondiale. Vi pare fantapolitica? Può darsi, ma non potete negarne la logica. Forse maggiore rispetto a derubricare a follie dei politici il fatto che il nostro mondo rischia sempre più di implodere su sé stesso.
Taiwan in tutto ciò ricopre il ruolo di agnello sacrificale, come del resto è sempre stata. Probabilmente sarà accerchiata e isolata dal resto del mondo. E mentre Stati Uniti e Cina fanno finta di litigare, sarà riannessa alla Cina. Xi Jinping in cambio avrà il suo congresso e gli Stati Uniti la loro leadership mondiale.