Iniziano ad emergere dettagli sulla perquisizione da parte degli agenti dell’FBI nel resort Mar-a-Lago di Donald Trump. “La mia bellissima casa, Mar-A-Lago a Palm Beach, Florida, è attualmente sotto assedio, razziata e occupata da un folto gruppo di agenti dell’Fbi”. “Hanno persino scassinato la mia cassaforte!” queste le parole del tycoon in merito all’irruzione degli agenti pochi giorni fa.
Durante la sua presidenza, Mar-a-Lago era conosciuta come la “Casa Bianca invernale” di Trump. Trump e la moglie Melania sono tornati nel resort in Florida dopo aver lasciato Washington e da allora il presidente ne ha fatto il centro dei suoi affari politici.
E oggi il Washington Post citando persone vicine all’indagine ha rivelato che l’Fbi era alla ricerca di documenti segreti sulle armi nucleari e di altro materiale riservato. Nessuna precisazione sul tipo di documenti e se si riferissero all’arsenale statunitense o a quello di un altro Paese.
I documenti sulle armi nucleari sono particolarmente sensibili e solitamente la loro diffusione è limitata a un numero ristretto di persone. Pubblicizzare dettagli sulle armi americani potrebbe concedere vantaggi agli avversari. “Se fosse vero” che si trattava di documenti legati alle armi nucleari “si tratterebbe di materiale riservato ai più alti livelli”, afferma David Laufman, l’ex capo della sezione di intelligence del Dipartimento di Giustizia americano.
Mar-a-Lago: cosa hanno cercato gli agenti dell’Fbi
Il rapporto è arrivato ore dopo che il procuratore generale, Merrick Garland, ha detto di aver autorizzato personalmente la richiesta di mandato di perquisizione nella residenza di Mar-a-Lago e ha rivelato che il Dipartimento di giustizia ha chiesto a un tribunale della Florida che il mandato venga annullato, dopo che Trump stesso ha reso pubblica la perquisizione. La mozione del dipartimento di giustizia fa riferimento al “chiaro e forte interesse del pubblico a capire cosa sia accaduto “.
Trump ha poi rilasciato una dichiarazione in cui affermava che non si sarebbe opposto, ma anzi “incoraggiava l’immediato rilascio di quei documenti” relativi a quella che ha definito “un’irruzione e un raid non americani, ingiustificati e non necessari… Rilasciate subito i documenti!”.
L’annuncio di Garland ha provocato una furiosa reazione alla perquisizione da parte dei sostenitori di Trump, che l’hanno dipinta come politicamente motivata. La sospetta presenza di documenti sulle armi nucleari a Mar-a-Lago potrebbe spiegare perché Garland abbia compiuto un passo così politico come quello di ordinare agli agenti dell’FBI di entrare nella casa dell’ex presidente, in quanto il loro recupero sarebbe considerato una priorità per la sicurezza nazionale.
Trump e il suo rapporto con l’arsenale nucleare Usa
Durante il suo mandato Donald Trump è stato particolarmente attento all’arsenale nucleare statunitense e si vantava di essere a conoscenza di informazioni altamente segrete. Nell’estate del 2017 aveva detto ai leader militari statunitensi di voler creare un arsenale paragonabile a quello esistente nel picco della guerra fredda, che avrebbe comportato un aumento di dieci volte, una richiesta che, secondo quanto riferito, ha portato l’allora segretario di Stato, Rex Tillerson, a descriverlo come un “fottuto idiota”. Trump ha anche minacciato pubblicamente di distruggere sia la Corea del Nord che l’Afghanistan.
Tra i documenti nucleari a cui Trump avrebbe avuto accesso di routine ci sarebbe la versione aggiornata della Nuclear Posture Review, sulle capacità e le politiche degli Stati Uniti. Un assistente militare è sempre vicino al presidente e porta con sé il “pallone nucleare”, una valigetta contenente le opzioni di attacco nucleare, ma sarebbe inusuale che questi documenti venissero estratti dalla valigetta.
Altra possibilità è che Trump abbia conservato il suo “biscotto” nucleare, un pezzo di plastica simile a una carta di credito con i codici di identificazione necessari per il lancio nucleare. Questi codici sarebbero però stati cambiati nel momento in cui Biden ha assunto l’incarico di Presidente, a mezzogiorno del 20 gennaio 2021. Se le indiscrezioni del Washington Post sui documenti legati al nucleare si rivelassero vere, la situazione di Trump si complicherebbe. La perquisizione difatti arriva mentre Trump sta preparando una nuova corsa alle elezioni del 2024 e in relazione alla perquisizione della sua residenza in Florida, ha parlato di una «strumentalizzazione della giustizia e un attacco dei democratici di sinistra radicali che disperatamente non vogliono che mi candidi alle elezioni del 2024».
L’ex presidente degli Stati Uniti potrebbe aver commesso un crimine grave, visto che la legge vieta a chiunque abbia in custodia documenti governativi di sottrarli o abusarne.