Cina: broker tagliano stime Pil 2022, per Nomura crescita dimezzata rispetto a stime di Pechino
Troppe incognite pesano sulla crescita della Cina: domanda più debole, la politica zero-Covid e la crisi energetica. Con queste motivazioni, alcuni broker hanno ridimensionato le loro previsioni per la crescita del Paese per il 2022.
Secondo le stime di Goldman Sachs quest’anno il Pil cinese crescerà del 3% (dato rivisto dal 3,3%), mentre Nomura ha ridotto le sue proiezioni per l’intero anno al 2,8% (dal 3,3% precedente), circa la metà rispetto agli obiettivi di crescita di Pechino, che punta ad un aumento del Pil del 5,5%.
Cina, pesa ancora il Covid e la siccità
Gli economisti di Goldman Sachs hanno citato gli ultimi dati economici di luglio, nonché i vincoli energetici a breve termine dovuti a un’estate insolitamente calda e secca. Più di cinque milioni di persone nel sud-ovest della Cina stanno subendo interruzioni di corrente intermittenti a causa di una forte ondata di caldo che ha provocato picchi di domanda di elettricita’ e costretto diverse aziende a interrompere le attività. Le temperature nella provincia di Sichuan sono salite oltre i 40C negli ultimi giorni, provocando una forte domanda di energia per i condizionatori.
Allo stesso tempo, il Sichuan dipende per l’80% dalle dighe idroelettriche per produrre elettricità, ma i fiumi della regione si sono prosciugati e lo stesso vale per i bacini idrici. Secondo una compagnia elettrica locale, la citta’ di Dazhou, che conta 5,4 milioni di abitanti nel nord-est della provincia, sta ricevendo forniture di energia in modo intermittente e sono previste interruzioni di tre ore e piu’ se necessario.
Diciannove delle 21 città della provincia sono state invitate a sospendere la produzione industriale fino a sabato, secondo un avviso pubblicato domenica e diffuso dai media ufficiali. Il Sichuan è una regione chiave della Cina per la produzione del litio, un metallo presente nelle batterie elettriche.
Gli economisti di entrambe le banche hanno anche notato un aumento dei casi di Covid a livello nazionale e una contrazione degli investimenti immobiliari per luglio che ha trascinato al ribasso gli investimenti totali.
Considerazioni analoghe arrivano da Nomura, che continua a mantenere una delle stime più basse per la crescita della Cina. Secondo la banca, Pechino manterrà la sua politica zero-Covid fino a marzo 2023 e che questa politica rimarrà probabilmente un grosso freno per il settore immobiliare.
Taglio dei tassi: per gli economisti “mossa scarsa e tardiva”
Il taglio delle stime sul Pil arriva dopo che, lunedì scorso, la People’s Bank of China ha inaspettatamente tagliato i tassi di interesse a causa del rallentamento della crescita economica per mantenere una liquidità ragionevole e sufficiente nel sistema bancario. La banca centrale ha ridotto il tasso principale al quale fornisce liquidita’ a breve termine alle banche, portandolo dal 2,1% al 2%. Ha anche ridotto il tasso della sua linea di prestito a un anno dal 2,85% al 2,75%.
Nomura e Goldman hanno entrambi notato che la risposta allo stimolo di Pechino potrebbe essere piuttosto limitata.
“In contrasto con le preoccupazioni di alcune persone per un eccessivo stimolo politico nel secondo semestre, il vero rischio è che il sostegno politico di Pechino possa essere troppo scarso, troppo tardivo e troppo inefficiente”, ha affermato Nomura.
Goldman Sachs ha affermato che i tagli a sorpresa dei tassi non segnalano necessariamente l’inizio di un allentamento più aggressivo, aggiungendo che i responsabili politici non solo devono far fronte a vincoli economici, ma anche politici.
“È probabile che il loro obiettivo attuale sia quello di arginare ulteriori rischi al ribasso e garantire occupazione e stabilità sociale in vista del 20° Congresso del Partito”, hanno affermato gli esperti.