Economia

Turchia: mossa shock della banca centrale, taglia i tassi nonostante inflazione all’80%

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L’inflazione sfiora l’80% in Turchia, ma nonostante questo la Banca Centrale Turca (Cbrt) sorprende i mercati tagliando i tassi d’interesse dal 14% al 13%.
Una mossa, quella comunicata ieri 18 luglio, che ha sorpreso analisti e mercati, ma che si pone in continuità con la strada delineata ormai da circa otto mesi dal Paese: la convinzione non ortodossa sostenuta dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan è infatti che i tagli dei tassi di interesse riusciranno a frenare il forte calo della lira turca e la spirale dei prezzi. Una strategia in controtendenza rispetto a quella messa in atto dalle altre banche centrali che, per contrastare la fiammata dei prezzi, alzano i tassi di interesse.

La mossa ha indebolito la lira turca che ha perso lo 0,8% nel cambio con il dollaro, scendendo vicino ai minimi storici.

La banca centrale ha giustificato la sua decisione adducendo “incertezze sulla crescita globale e sui rischi geopolitici”, aveva mantenuto stabile il suo tasso da dicembre, dopo che il presidente turco Erdogan l’aveva obbligata ad abbassarlo del 19%-14% tra agosto e dicembre.

“Un’altra mossa idiota”, ha commentato Timothy Ash, strategist senior dei mercati emergenti presso BlueBay Asset Management in un post su Twitter. “Con l’inflazione all’80% e ancora in aumento, la banca centrale ha tagliato i tassi  di 100 punti base al 13%”, ha scritto, aggiungendo: “Ovviamente hanno contanti in tasca dalla Russia e dal Golfo e pensano di poter tagliare i tassi senza creare scossoni sulla valuta”.

Turchia, le convinzioni di Erdogan affossano la lira

Contrariamente alle teorie economiche tradizionali, il presidente turco ritiene che gli alti tassi di interesse promuovano l’inflazione. Una politica monetaria che ha determinato al caduta della lira turca del 44% rispetto al dollaro nel 2021. La valuta ha poi perso più del 25% rispetto al biglietto verde dal 1 gennaio, nonostante gli interventi della banca centrale e l’annuncio alla fine del giugno di una misura di sostegno.

Come risultato di questo crollo, l’inflazione ha raggiunto il 79,6% in un anno a luglio, secondo i dati ufficiali, il piu’ alto da ventiquattro anni. A inizio giugno il presidente turco – ancora una volta di parere opposto agli economisti – aveva dichiarato di voler abbassare nuovamente i tassi di interesse.

Per la banca centrale, l’aumento dell’inflazione “è determinato dagli effetti ritardati e indiretti dell’aumento dei costi energetici derivanti dagli sviluppi geopolitici, dagli effetti delle formazioni dei prezzi che non sono supportate dai fondamentali economici”.

Il board della Central Bank of the Republic of Turkey “prevede che il processo di disinflazione inizi sulla scia delle misure adottate e attuate in modo decisivo per rafforzare la stabilità finanziaria e dei prezzi sostenibile insieme alla risoluzione del conflitto regionale in corso”.