Sono oltre 4 milioni gli italiani che non hanno a disposizione una banca nel proprio comune di residenza. E’ quanto emerge da una ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) che ha incrociato i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021.
Il totale degli italiani che non dispongono di una filiale fisica di un istituto di credito sono residenti complessivamente in 3.062 comuni. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale.
Gap tra Nord e Sud: in Campania 700 mila abitanti senza banca
La percentuale presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la desertificazione bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione è decisamente più marcata, i cittadini ‘senza banca’ rappresentano il 10,7% dei residenti. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila.
In meno di 10 anni, emerge dall’analisi, le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli. Nonostante la recente accelerazione dell’evoluzione digitale da parte del sistema bancario , l’Italia è ancora il fanalino di coda tra i paesi occidentali di tutta l’area euro, con appena il 45% della popolazione complessiva che preferisce l’e banking.
La riduzione delle filiali sta “creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela. Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme perchè il settore rappresenta un servizio pubblico essenziale”, afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.
Chiusi oltre 11 mila sportelli in meno di dieci anni
In meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Dal 2012 la riduzione è stata pari al 34,16%, mentre tra il 2020 e il 2021 la contrazione è stata del 7,79%: in un solo anno le chiusure sono state 1.830. Anche le banche sono molte di meno: dai 706 istituti di credito del 2012 si è passati ai 474 nel 2020 e ai 456 nel 2021.
Vuol dire 250 banche in meno (-35,4%) dal 2012 al 2021 e 18 in meno, in un anno (-3,80%), dal 2020 al 2021: la diminuzione è frutto della progressiva aggregazione tra grandi gruppi e banche più piccole, spinta dalle indicazioni del regolatore e degli organi di vigilanza, italiani ed europei.
La contrazione ha interessato anche il personale: le lavoratrici e i lavoratori bancari erano 315.238 a fine 2012, 275.433 a fine 2020 e 269.625 a fine 2021. La riduzione netta è stata di 45.613 unità (-14,47%) tra il 2012 e il 2021 e di 5.808 unità (-2,11%) tra il 2020 e il 2021.
Tutte le uscite dei dipendenti delle banche, comunque, sono state gestite con pensionamenti e prepensionamenti volontari, senza licenziamenti e quindi senza alcuna tensione sociale, grazie al Fondo di solidarietà, uno strumento, importante conquista sindacale del 2000, che non pesa nulla, in termini finanziari, sul bilancio dello Stato.
Contemporaneamente, grazie a un altro strumento, il Fondo per l’occupazione, sono stati assunti circa 38.000 giovani under 35 ed è così stato garantito, nel settore bancario, un importante ricambio generazionale.