In un anno saranno erogati 130 miliardi di investimenti, tra Pnrr e altri fondi europei, alle Regioni che potranno scegliere se distribuirli a pioggia oppure se concentrarli per creare un effetto volano. Così il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Giovannini al Meeting di Rimini in cui è stato protagonista del confronto Mare Nostrum: il Mediterraneo, nuovo modo di connessioni.
Stanno per arrivare 50 miliardi del Fondo sviluppo e coesione e 80 miliardi dei fondi europei ordinari: 130 miliardi che vanno programmati nel corso del prossimo anno. Una grande opportunità per completare quello che non siamo riusciti a finanziare con il Pnrr … Le regioni, ha sottolineato Giovannini, “avranno la possibilità di avere finanziamenti ulteriori che potranno distribuire a pioggia, come nel passato con risultati non molto positivi, oppure concentrarli per creare un effetto volano con tutte le infrastrutture del Pnrr… Entro la fine del nostro mandato consegneremo al Paese una pianificazione di investimenti che avvii un processo che da undici anni questo Paese aveva deciso di non fare: un piano generale dei trasporti e della logistica?
Così il responsabile del Dicastero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili secondo cui sul Pnrr:
“Qualcuno dice che dobbiamo ripensarlo. Abbiamo però tempi strettissimi di realizzazione, ma anche tempi strettissimi dovuti alla competizione internazionale: gli operatori economici, infatti, scelgono dove investire in tempi rapidi”. Non bastano le infrastrutture, servono anche gli operatori: “Abbiamo troppe imprese di piccole dimensioni, servono imprese più grandi, più forti, più leader di mercato. Abbiamo bisogno di imprenditori che ci credano davvero, con passione per l’Italia … il ministero delle Infrastrutture lavora su “due piani importanti”, ovvero “sugli aeroporti, in collaborazione con Enac” e “la pianificazione dello spazio marittimo” ovvero “come si usano le aree marittime per l’installazione di parchi eolici”. “Il Pnrr è un piano molto atteso e che riguarda quattro aspetti: gli investimenti, su cui c’è una accelerazione al massimo, l’attuazione normativa ma anche pianificazione perché Italia per molti anni non ha fatto i compiti a casa”.
Parlando dell’attuazione del Pnrr, Giovannini ha spiegato che “molte gare sono partite mentre altre sono previste nel secondo semestre perché i tempi sono stretti. Non c’è dubbio che l’aumento dei prezzi delle materie prime abbia fatto slittare alcuni bandi ma siamo nei tempi”, ha aggiunto. “In questi 18 mesi il nostro ministero ne ha approvati oltre 260. Questo impegno di definizione dell’attuazione delle leggi continuerà nell’ordinaria amministrazione e contiamo di accelerare al massimo”.
“Per portare il nostro mondo sul sentiero di sostenibilità non solo ambientale ma soprattutto ambientale servono alcuni fattori: la tecnologia è uno degli elementi indispensabili che però va trasformata in innovazione, in nuovi servizi, nuovi materiali, nuovo modo di concepire il nostro vivere, la nostra economia tra cui anche il tema della mobilità”. “Il concetto di mobilità come servizio soprattutto per le città, per le aree urbane consente di integrare diversi sistemi di mobilità: dall’automobile all’autobus, al treno, alla bicicletta ma poi l’innovazione anche nelle lunghe percorrenze, la possibilità per i nuovi veicoli di dialogare con le infrastrutture. Vuol dire ridurre l’incidentalità, migliorare i consumi e ridurre l’impatto ambientale, vuol dire avere quelle infrastrutture che possono essere usate di più, in sicurezza, con impatto ambientale minore e a costi inferiori anche per l’utente”
Piano da oltre 200 miliardi per i trasporti
Pochi giorni fa sempre il Ministro Giovannini a “La Stampa” s era soffermato nuovamente sul PNRR, rivolgendosi ai partiti in campagna elettorale e annunciando che non si candiderà:
«Il piano nazionale di ripresa e resilienza va accelerato, non stravolto … «Si possono cambiare alcuni progetti, ma non ha senso rivedere tutto il piano»…. Il Pnrr è un elemento irrinunciabile, ma non esaurisce le decisioni da assumere. Nella prossima legislatura, ad esempio, bisognerà programmare i nuovi fondi europei per circa 80 miliardi e il fondo sviluppo e coesione, altri 50 miliardi di risorse nazionali. Si piano tratta di un’opportunità straordinaria. Il prossimo governo avrà un ruolo molto importante nel decidere, insieme alle regioni, come orientare questi finanziamenti, magari usando il Pnrr come schema logico su cui fare ulteriori investimenti, anche in infrastrutture e mobilità sostenibili».