L’impennata dei prezzi negli Stati Uniti non lascia molti margini di manovra alla Fed, che continuerà ad alzare i tassi di interesse fino ad arrivare tra il 4,5 e il 6%. Ne è convinto Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates LP, che ha delineato scenari preoccupanti per l’economia Usa e quindi per il mercato azionario. Il miliardario ha scritto in un articolo pubblicato su LinkedIn Pulse: “I tassi di interesse dovranno aumentare molto, verso l’estremità più alta del range 4,5% -6%. Ciò ridurrà la crescita del credito al settore privato con forti ricadute negative sulla crescita dei consumi e quindi sul Pil”, ha aggiunto, spiegando che un aumento dei tassi a circa il 4,5% porterebbe a un calo di quasi il 20% dei prezzi delle azioni”.
Le previsioni di Dalio
Come se non bastasse, Dalio ha sottolineato che gli investitori sottovalutano l’inflazione a lungo termine. Mentre il mercato obbligazionario suggerisce che i trader si aspettano un tasso di inflazione medio annuo del 2,6% nel prossimo decennio, la sua “stima” è che l’aumento sarà di circa il 4,5% al 5%.
La nota di Dalio arriva a pochi giorni dalla diffusione dei dati sull’inflazione Usa di agosto. Dati che si sono attestati sopra le stime del mercato Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, i prezzi al consumo hanno registrato un +0,1% su base mensile, contro il -0,1% del consensus e dopo il +0% del mese precedente. Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata dell’8,3%, inferiore al +8,5% del mese precedente ma superiore al +8,1% atteso dal mercato.
Fed verso una stretta sui tassi la prossima settimana
Dopo che il dato dell’inflazione di agosto ha deluso le aspettative, si sono infatti riaccesi i timori sulla capacità della banca centrale statunitense di controllare le persistenti pressioni sui prezzi. Il fatto che i prezzi al consumo negli Stati Uniti abbiano registrato un’ulteriore accelerazione, contro le stime di un calo mensile dello 0,1%, testimonia il fatto che il forte calo dei prezzi dell’energia non è riuscito a compensare l’aumento dei costi altrove.