Sembra tutta in salita la strada europea che porta al tetto al prezzo del gas. Maggiori indicazioni a proposito arriveranno oggi dal Consiglio europeo straordinario dei ministri dell’Energia, convocato per discutere le misure per discutere le soluzioni alla crisi energetica. Anche se pare certo che non arriverà nessuna decisione.
Le previsioni della vigilia appaiono poco rassicuranti, almeno sul tetto del prezzo del gas generalizzato. Mentre sembra più probabile tetto al prezzo del gas russo, un nuovo benchmark per gli acquisti di Gnl e misure per limitare le influenze del gas nella formazione dei prezzi elettrici.
Questi sarebbero gli orientamenti di Bruxelles che emergono da un documento ufficioso (non-paper) inviato agli Stati membri, in vista del Consiglio di oggi. Nel documento presentato dalla Commissione Ue, il tetto al costo dell’importazione del gas è considerato una misura troppo radicale e rischiosa, a differenza del tetto al prezzo al solo gas russo. Una posizione che però all’Italia sembra non bastare: al Consiglio straordinario Roma non indietreggierà dalla sua linea, che è stata condivisa con altri 14 Paesi, tra i quali la Francia.
Intanto, Jozef Sikela, il ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, ha fatto sapere che “il tetto al prezzo del gas non è sul tavolo oggi”. Tuttavia, “Mi aspetto che andremo avanti passo dopo passo, implementando le misure strada facendo. Potrebbe essere il prossimo punto in agenda”. Sikela ha detto di attendersi “unità e solidarietà, questi sono i principi base. Siamo in guerra e la battaglia decisiva sarà quest’inverno, quindi dobbiamo restare uniti e ci serve un alto livello di solidarietà”.
Intanto, la commissaria europea all’energia Kadri Simson arrivando al Consiglio dei ministri dell’energia dell’Unione a Bruxelles ha spiegato che l’Ue deve trovare sul tetto al prezzo del gas una via che tutti i 27 Stati membri possano accettare. “Poiché diversi Stati membri si aspettano soluzioni diverse, la Commissione deve presentare un’idea che goda di un ampio sostegno”, ha detto. “Dobbiamo trovare un modo che sia accettabile per tutti gli Stati membri”.
Tetto al prezzo del gas: cresce spaccatura tra Italia e Germania
Da qui al vertice dei leader a Praga e quindi al Consiglio europeo di fine ottobre a Bruxelles, la strada per l’unità europea appare dunque piena di ostacoli. Mentre l’Italia non sembra voler arretrare di un passo sulla questione del tetto al prezzo del gas, Germania e Olanda restano i veri scogli.
Il governo tedesco ha ribadito il suo ‘no’ al tetto del prezzo generalizzato. Non per “ragioni ideologiche” hanno confermato oggi fonti diplomatiche, ma perché è necessario “garantire la sicurezza degli approvvigionamenti” e con un tetto su tutte le importazioni “c’è un alto rischio che il Gnl vada verso l’Asia o altrove”. Il rischio per Berlino, spiegano, è che il caro energia diventi “un problema ancora più grande” tagliando l’Europa fuori dalle forniture. L’unica soluzione accettabile per il governo tedesco, sottolineano ancora le stesse fonti, è quella di negoziare direttamente con i fornitori. Ma proprio ieri il governo tedesco, a 24 ore dal Consiglio europeo sull’energia, ha annunciato uno “scudo” da 200 miliardi per calmierare i prezzi in Germania. Una mossa che non è piaciuta al premier italiano Mario Draghi, che ha detto: “Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali, serve solidarietà“. Parole a cui ha fatto eco la dichiarazione di Giorgia Meloni, vincitrice delle elezioni del 25 settembre scorso:
“Nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario. La risposta Ue deve ridurre i costi per famiglie e imprese, ed evitare distorsioni di mercato. Dobbiamo mostrarci compatti, determinati, come nel sostegno all’Ucraina”.