L’inflazione continua a tenere sotto scacco l’economia italiana. A scattare una fotografia della situazione geo-politica del nostro paese ci ha pensato l’ultimo numero della congiuntura Confcommercio, che ha messo in evidenza come la situazione generale non accenni a migliorare e come non si riducano le tensioni sulle materie prime. Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, ritiene che siano più concreti:
“i rischi di recessione per molti Paesi, soprattutto quelli più esposti dal punto di vista energetico che potrebbero risentire di eventuali razionamenti conseguenti al calo delle forniture. La tendenza all’incremento dell’inflazione non sembra destinata ad arrestarsi nel breve periodo. Stimiamo una crescita dei prezzi al consumo a ottobre dell’1,5% su base mensile e del 9,8% su base annua. La variazione, pur attribuibile in larga misura all’energia, è alimentata anche dalla dinamica dei prezzi dell’alimentare e di quei servizi in cui la componente energetica rappresenta una parte significativa dei costi di produzione. La crescita dei prezzi potrebbe non arrestarsi fino alla tarda primavera del prossimo anno“.
Non solo inflazione: gli altri problemi dell’autunno
Sono molte le criticità a caratterizzare l’autunno: tra queste non c’è solo e soltanto l’inflazione. Per il momento non accenna a migliorare il quadro geopolitico, ma soprattutto non si riducono le tensioni che caratterizzano le materie prime energetiche. Confcommercio teme che i rischi di recessione per molti paesi siano concreti, soprattutto per quelli maggiormente esposti dal punto di vista energetico, che potrebbero risentire direttamente di eventuali razionamenti che potrebbero arrivare a seguito ai cali delle forniture.
L’inflazione è destinata ad aumentare: il suo incremento non è destinato ad arrestarsi, almeno nel breve periodo. Confcommercio stima una crescita dei prezzi al consumo ad ottobre dell’1,5% su base mensile e del 9,8% su base annua. Questi aumenti sono dettati principalmente dai costi dell’energia, ma a pesare sono anche i prezzi dell’alimentare e dei servizi, sui quali proprio i costi dell’energia rappresentano uno dei principali componenti che pesano sulla loro produzione.
Deve essere guardata con cautela il rimbalzo registrato ad agosto dalla produzione industriale: in questo mese l’indicatore registra tradizionalmente una certa volatilità. Premesso questo, è possibile segnalare un calo della produzione industriale pari all’1,2% su base trimestrale. L’economia ha una minore dinamicità: questo si riflette direttamente sul mercato del lavoro, tanto che ad agosto è stato registrato un calo del numero degli occupati pari a 110.000 unità rispetto a giugno.
Le stime sul Pil
Confcommercio ritiene che ad ottobre il Pil dovrebbe calare dell’1% congiunturale, confermando, in questo modo, il -0,5% stimato per il terzo trimestre 2022. Nel confronto annuo, invece, la variazione si dovrebbe attestare intorno allo 0,4%, ossia in forte ridimensionamento rispetto ai mesi precedenti. L’Indicatore dei Consumi Confcommercio indica che i consumi continuano a ridursi del 2% annualmente: a pesare sono la contrazione dei beni, che hanno registrato un -4%, compensato da +2.7% della crescita dei servizi.
È difficile che le famiglie siano in grado di continuare a fare ricorso al risparmio, così come hanno fatto nella prima parte dell’anno, per continuare a sostenere la domanda a fronte di una continua e costante erosione del reddito disponibile. Il rallentamento congiunturale della domanda si inserisce in un contesto in cui il gap con i livelli registrati nel 2019 è ancora significativo. Nel complesso del periodo gennaio-settembre 2022, l’ICC manifesta una riduzione del 5% rispetto allo stesso periodo del 2019.